La maggior parte dei trader teme la bassa liquidità. Essa è associata a mercati deboli, spread ampi e movimenti irregolari.
Tuttavia, come spesso accade nel trading, ciò che per molti rappresenta un rischio può trasformarsi in un’opportunità per chi sa interpretarlo.
La bassa liquidità, d’altronde, non è un’anomalia del mercato, ma una condizione ciclica che si ripresenta regolarmente durante la giornata e nell’arco della settimana.
Una condizione che può essere sfruttata a proprio vantaggio. Qui spieghiamo come fare.
Cos’è la bassa liquidità
La liquidità rappresenta la facilità con cui un asset può essere comprato o venduto senza provocare significativi cambiamenti di prezzo. È la somma degli ordini di acquisto e vendita presenti nel book in un determinato momento. Quando la liquidità è elevata, il mercato assorbe grandi volumi senza scossoni; quando è bassa, anche un ordine medio può spostare gli equilibri in modo brusco.
La bassa liquidità si verifica tipicamente in momenti di scarsa partecipazione. Nel forex, ad esempio, i periodi più sensibili sono le ore notturne (tra la chiusura di New York e l’apertura di Londra), i fine settimana, le festività e le giornate con eventi macroeconomici attesi, quando i trader preferiscono restare alla finestra.
Ma a incidere sono anche le caratteristiche intrinseche delle coppie valutarie. Major come EUR/USD, GBP/USD o USD/JPY offrono volumi elevati e spread ridotti, mentre le minor o le exotic pairs mostrano fisiologicamente meno liquidità, con variazioni di prezzo più ampie e slippage più frequenti.
Ma badate bene: la bassa liquidità non implica necessariamente assenza di movimento: al contrario, può generare volatilità irregolare, fatta di spike improvvisi e falsi breakout. È questa peculiarità che, se ben interpretata, può diventare fonte di profitto.
Perché si verifica la bassa liquidità
La bassa liquidità è il risultato di un equilibrio temporaneo tra domanda e offerta in cui mancano partecipanti disposti a contrattare a determinati prezzi. Le cause principali possono essere di tre tipi: strutturali, temporali e psicologiche.
- Cause strutturali. Alcuni mercati o strumenti sono intrinsecamente meno liquidi. È il caso delle valute emergenti, di certi CFD su materie prime o di azioni a bassa capitalizzazione. Questi strumenti, anche in orari di punta, non offrono una profondità comparabile alle coppie principali o agli indici più scambiati.
- Cause temporali. Il forex è un mercato globale, ma le sessioni non sono sempre sovrapposte. La liquidità varia nel corso della giornata: è massima durante la sessione europea e la sovrapposizione Londra-New York, mentre cala drasticamente nella notte asiatica o nei momenti di chiusura settoriale.
- Cause psicologiche. L’attesa di eventi rilevanti, come riunioni delle banche centrali o dati sull’inflazione, induce molti operatori a sospendere le negoziazioni, riducendo temporaneamente la profondità del mercato. Questo crea “vuoti di liquidità” che possono essere sfruttati per generare movimenti improvvisi.
I rischi della bassa liquidità
Prima di capire come sfruttarla, è importante conoscerne i rischi. Ecco una panoramica.
- Spread più ampi. I broker allargano naturalmente lo spread quando il mercato è poco liquido, per compensare il rischio di esecuzioni sfavorevoli. Questo aumenta i costi di ingresso e uscita.
- Slippage. La differenza tra il prezzo atteso e quello effettivo di esecuzione può ampliarsi sensibilmente, soprattutto in caso di ordini a mercato.
- Volatilità irregolare. I movimenti non sono lineari, ma caratterizzati da spike e ritracciamenti improvvisi che possono colpire stop loss o generare falsi segnali.
- Manipolazioni locali. I grandi operatori possono approfittare della bassa liquidità per spingere i prezzi verso zone di interesse, innescando stop hunting e trappole di liquidità.
- Difficoltà di uscita. Quando mancano controparti, chiudere una posizione in perdita può risultare più costoso o, nei casi estremi, impossibile al prezzo desiderato.
Come sfruttare la bassa liquidità per guadagnare
Al netto dei rischi, la bassa liquidità può offrire opportunità uniche. Bisogna però sapere come fare. Ecco alcune best practices.
Identificare i contesti prevedibili
La bassa liquidità segue schemi ricorrenti. Le ore pre-apertura di Londra o i minuti successivi alla chiusura di New York, ad esempio, presentano movimenti lenti e disordinati, ideali per chi cerca micro-pattern di accumulazione. Lo studio della struttura intraday delle sessioni consente di prevedere dove e quando la liquidità si riduce, evitando l’improvvisazione.
Operare su livelli chiave
Durante la bassa liquidità, i prezzi tendono a rispettare più fedelmente i livelli tecnici significativi, come supporti, resistenze o aree di supply/demand. In assenza di flussi consistenti, anche piccoli ordini possono generare rimbalzi tecnici puliti, utili per operazioni di breve periodo.
Usare ordini pendenti mirati
Gli ordini limit o stop limit consentono di entrare in posizione solo quando il prezzo raggiunge un livello definito. In condizioni di bassa liquidità, questa tecnica riduce il rischio di slippage e consente di sfruttare eventuali spike controtrend per ottenere entrate più vantaggiose.
Approfittare delle manipolazioni
È rischioso, ma potenzialmente proficuo. Si tratta di rilevare i movimenti bruschi al ribasso che colpiscono gli stop in una zona di supporto e poi rimbalzano immediatamente. In questo scenario, il trader può entrare in direzione opposta, seguendo il rientro della liquidità.
Applicare il laddering
La bassa liquidità si presta bene alla tecnica del laddering, ovvero l’ingresso scaglionato. Inserendo più ordini progressivi a diversi livelli di prezzo, si ottiene un miglior prezzo medio e si riduce l’effetto di movimenti erratici. È un approccio particolarmente efficace quando si prevede una temporanea espansione della volatilità.
Osservare la correlazione tra asset
Durante le fasi di bassa liquidità, alcune coppie di valute o indici perdono temporaneamente la loro correlazione abituale. Queste discrepanze possono essere sfruttate con strategie di arbitraggio statistico o hedging incrociato, ad esempio operando su EUR/USD e GBP/USD in modo coordinato.
Limitare la leva e gestire il rischio
Il vantaggio principale della bassa liquidità è l’ampiezza dei movimenti; il suo pericolo, la loro imprevedibilità. Per questo è fondamentale utilizzare leve contenute e stop loss ampi ma calibrati sul capitale disponibile. Meglio guadagnare meno in sicurezza che perdere tutto in pochi secondi.
Sfruttare il “post-evento”
Dopo un dato macroeconomico o una decisione di politica monetaria, il mercato attraversa spesso una breve fase di illiquidità. I prezzi possono muoversi violentemente in entrambe le direzioni prima di stabilizzarsi. Si tratta di attendere che la liquidità torni gradualmente, poiché ciò permette di individuare il vero trend che seguirà l’evento.
