Mercati fiduciosi sul taglio dei tassi Fed nonostante l’attesa per il CPI
I mercati finanziari continuano a scontare con elevata probabilità un nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nella riunione della prossima settimana. L’interrogativo che tiene banco a Wall Street è se il rapporto sull’inflazione al consumo, la cui pubblicazione è prevista per venerdì 24 ottobre, confermerà o metterà in discussione questo scenario. Secondo le previsioni consensus raccolte da Econoday.com, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) dovrebbe registrare un incremento, salendo al 3,1% su base annua per la lettura headline di settembre. Qualora questo dato venisse confermato, la Federal Reserve potrebbe trovarsi di fronte a un dilemma non indifferente.
Un’inflazione al 3,1% segnerebbe il picco da maggio 2024
Un tasso di inflazione headline del 3,1% rappresenterebbe il livello più elevato dal maggio 2024, rafforzando la tesi secondo cui le pressioni sui prezzi stanno accelerando e non hanno ancora raggiunto il picco nel nuovo ciclo rialzista iniziato nei primi mesi dell’anno. Per quanto riguarda il core CPI, che esclude le componenti volatili di alimentari ed energia e costituisce quindi un indicatore più affidabile del trend di fondo, le attese indicano una stabilità al 3,1% di crescita annua sui dati destagionalizzati. Questo scenario rappresenterebbe una notizia relativamente positiva per la Fed, offrendo una certa copertura alle sue decisioni di politica monetaria, sebbene un incremento del 3,1% rimanga comunque il ritmo più sostenuto registrato da febbraio.
Il dibattito sui dazi e l’impatto sull’inflazione
Gli economisti continuano a confrontarsi sull’eventuale impatto inflazionistico dei dazi commerciali, e le previsioni per il rapporto CPI di venerdì sembrano destinate a mantenere vivo il dibattito. Una chiave di lettura ragionevole della relazione tra dazi e inflazione, almeno fino a quando i dati in arrivo non suggeriranno diversamente, è quella proposta da Ed Yardeni, presidente di Yardeni Research: “I dazi di Trump non hanno alimentato l’inflazione, ma hanno impedito che questa scendesse all’obiettivo del 2,0% fissato dalla Fed entro questo momento.”
I futures sui Fed funds scontano un taglio al 99%
Nonostante le incertezze sul fronte inflazionistico, il sentiment di mercato rimane estremamente fiducioso sul fatto che il dato CPI non ostacolerà un ulteriore taglio dei tassi. La probabilità implicita derivata dai futures sui Fed funds per un nuovo round di allentamento monetario nella riunione del FOMC del 29 ottobre si attesta attualmente al 99%. Tuttavia, giustificare un nuovo ciclo di allentamento risulterà particolarmente complesso se le previsioni degli analisti si riveleranno corrette e il CPI headline registrerà un aumento annuale per il quinto mese consecutivo, raggiungendo il massimo degli ultimi 16 mesi.
Le preoccupazioni di Larry Summers sull’inflazione
Larry Summers, ex Segretario al Tesoro, ha espresso una visione cauta sulla situazione economica attuale: “Ritengo che sia molto difficile interpretare l’economia in questo momento. Se devo essere sincero, sono più preoccupato per l’inflazione che per una recessione, considerata la solidità della maggior parte delle categorie di spesa per consumi, degli investimenti aziendali e la postura relativamente espansiva della politica monetaria e fiscale, oltre ad alcuni segnali di crescita delle aspettative inflazionistiche. Ritengo che i rischi maggiori siano su quel fronte.”
La Fed si trova di fronte a scelte difficili
L’incertezza principale riguarda se la Federal Reserve condivida questa valutazione. I mercati guarderanno con particolare attenzione ai prossimi dati CPI e alla decisione di politica monetaria della prossima settimana per ottenere maggiore chiarezza sulla direzione che la banca centrale intende intraprendere. La sfida per la Fed sarà bilanciare la necessità di sostenere la crescita economica con l’imperativo di mantenere l’inflazione sotto controllo e ancorata all’obiettivo del 2%.