Tra le strategie più discusse e utilizzate nel mercato valutario c’è il carry trade dinamico, un’evoluzione del classico carry trade che tiene conto dei rischi legati all’evoluzione degli scenari politici ed economici.
Si tratta di una pratica che combina la ricerca di rendimento attraverso gli swap con un approccio più flessibile e adattivo, pensato per ridurre le vulnerabilità tipiche del metodo tradizionale.
Ne parliamo qui. Analizzeremo cos’è il carry trade dinamico, quali sono le differenze rispetto al carry trade standard e vedremo tre esempi pratici di applicazione.
Cos’è il carry trade dinamico
Il carry trade tradizionale consiste nel prendere in prestito in una valuta con tassi d’interesse bassi e investire in una valuta con tassi più elevati.
In questo modo, il trader o l’investitore beneficia del differenziale di tasso, incassando uno swap positivo ogni giorno in cui mantiene la posizione aperta.
Un caso tipico consiste nella vendita di yen giapponesi (notoriamente caratterizzati da tassi bassi) e nell’acquisto di dollari australiani (AUD), che invece offrono tassi più elevati.
Il guadagno non deriva tanto dal movimento dei prezzi, quanto dal rendimento giornaliero generato dal differenziale.
Tuttavia, questa strategia presenta alcuni rischi:
- Volatilità del cambio: se la valuta ad alto rendimento si deprezza troppo, i guadagni di swap vengono azzerati o addirittura superati dalle perdite di prezzo.
- Politica monetaria: una banca centrale può modificare i tassi inaspettatamente, invertendo la convenienza del differenziale.
- Contesto macroeconomico: crisi finanziarie, eventi geopolitici o shock sui mercati possono portare a un repentino “unwinding” (smontaggio) dei carry trade, causando crolli improvvisi.
Il carry trade dinamico nasce proprio per mitigare questi rischi. Non si limita a incassare lo swap passivamente, ma prevede:
- Gestione attiva dello swap, monitorando costantemente i differenziali di tasso.
- Coperture parziali con strumenti derivati (opzioni, forward) per limitare le perdite in caso di movimenti avversi.
- Adattamento ai cicli macro: il trader ribilancia periodicamente le posizioni, spostando il capitale su valute che offrono il miglior rapporto rischio/rendimento.
Insomma, il carry trade dinamico è una versione più sofisticata, che conserva il principio del rendimento da tassi ma lo rende più resiliente alle turbolenze dei mercati.
Qualche esempio
Per comprendere meglio come funziona, analizziamo alcuni esempi di carry trade dinamico applicato al Forex.
AUD/JPY con copertura parziale
Immaginiamo che i tassi in Australia siano al 4%, mentre in Giappone restano vicini allo 0%. La coppia AUD/JPY è quindi interessante per un classico carry trade: comprare AUD e vendere JPY significa incassare uno swap positivo ogni giorno.
Con un approccio statico, il trader manterrebbe semplicemente la posizione, aspettandosi guadagni costanti. Con un approccio dinamico, invece verrebbe aperta la posizione long su AUD/JPY per sfruttare lo swap. Parallelamente, il trader acquista un’opzione put su AUD/JPY, con strike poco sotto il livello di ingresso.
In questo modo, se il dollaro australiano dovesse deprezzarsi fortemente, la perdita sarebbe limitata dal guadagno dell’opzione. La copertura ha un costo (il premio dell’opzione), ma permette di rendere la strategia più sostenibile in scenari avversi. Il risultato è un carry trade meno redditizio in condizioni normali, ma molto più stabile se i mercati entrano in fase di risk-off.
USD/TRY con gestione dello swap variabile
La lira turca (TRY) è nota per i suoi alti tassi d’interesse, che rendono il USD/TRY una delle coppie più utilizzate per carry trade. Tuttavia, l’instabilità politica ed economica del paese rende la valuta estremamente volatile.
In un carry trade dinamico il trader può sfruttare il differenziale a favore della lira turca (cioè short USD/TRY) solo in determinati momenti, per esempio quando le banche centrali segnalano una fase di stabilità. Invece di mantenere la posizione per mesi, il trader la chiude e riapre ciclicamente, monitorando sia il differenziale di swap che l’andamento della volatilità implicita sulle opzioni. Inoltre, può aprire coperture parziali su USD, con forward a breve scadenza, per ridurre l’impatto di shock improvvisi.
In questo modo, il rendimento degli swap viene incassato, ma con una logica attiva che si adatta alla fragilità della valuta emergente.
Portafoglio multi-valuta con ribilanciamento
Un approccio ancora più sofisticato al carry trade dinamico è quello che coinvolge un portafoglio di valute.
Esempio: un trader costruisce un paniere con posizioni long su valute ad alto rendimento (es. peso messicano, rand sudafricano, dollaro neozelandese) e short su valute a basso rendimento (es. yen giapponese, franco svizzero).
Con l’approccio dinamico:
- Ogni mese il portafoglio viene ribilanciato in base ai differenziali aggiornati e alle aspettative sulle banche centrali.
- Se una valuta ad alto rendimento mostra segnali di deterioramento macro, viene sostituita con un’altra più solida.
- In caso di aumento della volatilità globale (misurata ad esempio dal VIX), il portafoglio riduce l’esposizione totale, abbassando il rischio complessivo.
- Il risultato è un portafoglio che massimizza lo swap positivo in tempi di stabilità ma sa ridurre la leva quando il mercato cambia scenario.