Il dollaro americano si stabilizza in attesa di catalizzatori

Il dollaro statunitense sta attraversando una fase di consolidamento con volumi di scambio ridotti. Tra le valute del G10, le divise del blocco del dollaro (Australia, Canada e Nuova Zelanda), che avevano sottoperformato prima del weekend, mostrano oggi segnali di rafforzamento, mentre le altre valute del gruppo registrano debolezza.

Focus geopolitico: incontro alla Casa Bianca su Ucraina

L’attenzione dei mercati non è tanto sui dati economici odierni, quanto sull’incontro alla Casa Bianca tra il presidente ucraino Zelensky e i leader europei per discutere l’esito dei colloqui tra Trump e Putin del fine settimana. Secondo le indiscrezioni, Putin richiede l’intero territorio del Donbass, incluse le aree non ancora sotto controllo russo. Trump aveva minacciato sanzioni severe in assenza di un cessate il fuoco, ma al momento non è stato raggiunto alcun accordo né sono state annunciate nuove misure punitive. Mentre l’Europa continua ad acquistare gas naturale dalla Russia e gli Stati Uniti mantengono alcuni scambi commerciali, solo l’India ha subito sanzioni, nonostante sia il secondo maggiore acquirente di petrolio russo dopo la Cina.

Mercati azionari asiatici: performance miste

I mercati azionari dell’Asia-Pacifico hanno registrato andamenti contrastanti, con una prevalenza di segni positivi. Nonostante il calo dell’Hang Seng e delle società cinesi quotate a Hong Kong, il CSI 300 ha raggiunto nuovi massimi annuali e lo Shanghai Composite ha toccato i livelli più alti dal 2015. Al contrario, il Kospi sudcoreano ha perso l’1,5%, penalizzato dal settore dei semiconduttori. In Europa, lo Stoxx 600 registra perdite marginali, mentre i futures sugli indici USA mostrano cali contenuti dello 0,1%-0,15%.

Rendimenti obbligazionari in calo

I rendimenti dei titoli di stato decennali sono in diminuzione di 2-4 punti base in Europa, con i Gilt britannici che mostrano una performance leggermente inferiore. L’Italia registra un calo di 5 punti base. Il rendimento del Treasury USA a 10 anni scende di 2,5 punti base al 4,29%, dopo essere salito in otto delle ultime nove sessioni.

Materie prime: oro e petrolio

L’oro ha oscillato su entrambi i lati del range ristretto di venerdì. Il massimo pre-weekend a $3.349 rappresenta un livello chiave da superare per confermare un trend costruttivo. Il WTI di ottobre mostra stabilità intorno a $62,50, dopo un iniziale scivolamento al minimo di tre giorni vicino a $61,65.

Analisi delle principali coppie valutarie

Dollar Index: consolidamento in corso

Il Dollar Index si sta consolidando all’interno del range di venerdì scorso (97,63-98,32). Il massimo di sessione, leggermente sopra 98,00, è stato registrato nelle prime contrattazioni europee. Il supporto iniziale si trova ora nell’area di 97,80. La combinazione dei dati PPI della scorsa settimana, le vendite al dettaglio di giugno-luglio e alcuni commenti ufficiali hanno portato il mercato a ridimensionare le speculazioni su un taglio di 50 punti base il prossimo mese. Il mercato dei Fed funds ora prezza una probabilità del 90% per un taglio di 25 punti base.

EUR/USD: test della trendline ribassista

L’euro ha toccato il minimo settimanale lunedì scorso poco sotto $1,16, per poi raggiungere $1,1730. Oggi consolida tra $1,1670 e $1,1715. La trendline ribassista che collega i massimi di luglio si trova vicino a $1,1745. Un superamento di questo livello preparerebbe un test dell’area $1,1780-90. Il premio del rendimento USA a due anni rispetto alla Germania si è ridotto sotto i 180 punti base, dal picco di oltre 200 punti base di fine luglio. Il minimo annuale è stato registrato a inizio marzo vicino a 167 punti base.

USD/CNY: Pechino mantiene il controllo

Le autorità cinesi sembrano determinate a evitare svalutazioni forzate della propria valuta. Il dollaro rimane confinato nella parte superiore del range CNH7,15-CNH7,20 che ha dominato negli ultimi mesi. La PBOC ha fissato oggi il nuovo minimo annuale per il tasso di riferimento del dollaro a CNY7,1322.

USD/JPY: pattern di inversione in formazione

Nonostante i rendimenti dei Treasury USA più alti prima del weekend, il dollaro ha chiuso circa mezzo yen più in basso vicino a JPY147,25. Oggi si muove tra JPY147,00 e JPY147,60. L’area di JPY146 potrebbe rappresentare la neckline di un pattern di inversione più ampio. Il Giappone ha registrato una crescita del PIL del secondo trimestre superiore alle attese (1,0% vs 0,4% previsto), risultando l’economia in più rapida crescita del G7 nella prima metà del 2025. Tuttavia, le probabilità di un rialzo dei tassi il prossimo mese rimangono contenute.

GBP/USD: rally maturo cerca consolidamento

La sterlina ha raggiunto quasi $1,36 giovedì scorso, sostenuta dal PIL del secondo trimestre migliore del previsto. Il successivo ritracciamento è stato limitato a circa tre quarti di centesimo. La media mobile a 5 giorni vicino a $1,3540 offre supporto. Con un rally di oltre quattro centesimi dal minimo del 1° agosto, la sterlina ha raggiunto l’ampiezza media dei movimenti rialzisti di quest’anno, suggerendo cautela per nuove posizioni long a questi livelli.

Dollaro canadese e australiano: dinamiche divergenti

Il USD/CAD ha chiuso la settimana scorsa vicino al massimo settimanale di CAD1,3820. Un superamento di questo livello potrebbe spingere verso il massimo mensile vicino a CAD1,3880. I dati mostrano che gli investitori stranieri sono stati venditori netti di asset canadesi per la prima volta dal 1988. Il dollaro australiano ha registrato un pattern ribassista giovedì scorso ma non c’è stato seguito. Con la RBA vista come una delle banche centrali più aggressive del G10, l’AUD potrebbe non essere favorito nel contesto macro attuale.

USD/MXN: stabilizzazione dopo il calo

Il dollaro ha toccato un nuovo minimo annuale contro il peso messicano a metà settimana scorsa, avvicinandosi a MXN18,51, per poi recuperare fino a MXN18,8530. Dopo un calo di oltre il 12% dal massimo di inizio aprile, il biglietto verde si è stabilizzato in un range tra MXN18,50 e MXN19,00.