Il ritorno dalle vacanze porta volatilità sui mercati americani
Settembre si conferma ancora una volta un mese difficile per i mercati finanziari. Mentre i trader rientrano dalle vacanze estive, l’atmosfera sui mercati si è decisamente raffreddata. Dal 2000, l’indice S&P 500 ha registrato una perdita media dell’1,5% durante questo mese, confermando la tradizionale debolezza stagionale che caratterizza il periodo post-estivo. Quest’anno le preoccupazioni degli investitori sono particolarmente accentuate. Il ritorno dal Labor Day ha trovato i mercati in attesa di una serie cruciale di dati economici che potrebbero influenzare le prossime decisioni della Federal Reserve.
Dati sul lavoro USA al centro dell’attenzione
Il fulcro della settimana sarà il rapporto sui nonfarm payrolls di venerdì, l’indicatore chiave per valutare la salute del mercato del lavoro americano. Prima di questo appuntamento, gli investitori analizzeranno i dati sui salari del settore privato e le cifre sulle posizioni lavorative aperte, tutti elementi che contribuiranno a delineare il quadro occupazionale.
Le aspettative per il taglio dei tassi
I mercati dei futures stanno attualmente scommettendo con una probabilità del 90% su un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Fed. Questa fiducia deriva dal debole rapporto sull’occupazione di luglio e dalle dichiarazioni di Jerome Powell a Jackson Hole, dove ha riconosciuto i crescenti rischi per l’occupazione.
Segnali contrastanti dai mercati obbligazionari
Nonostante l’ottimismo per un possibile allentamento monetario, altri indicatori destano preoccupazione. I rendimenti dei Treasury a 10 e 30 anni hanno raggiunto i livelli più alti da oltre un mese, esercitando pressione sui mercati azionari. Anche l’indice di volatilità del CBOE è in aumento, segnalando che i mercati si stanno preparando a possibili turbolenze.
Delusioni dal settore tecnologico
La stagione degli utili estivi ha portato risultati contrastanti, in particolare tra le aziende leader nell’intelligenza artificiale. Dopo mesi di entusiasmo per le potenzialità rivoluzionarie degli algoritmi, alcuni aggiornamenti trimestrali hanno deluso le aspettative. Gli investitori, alla fine, vogliono vedere profitti concreti che giustifichino le valutazioni elevate.
Il consumatore americano sotto osservazione
Questa settimana saranno pubblicati i risultati di importanti retailer come Macy’s e Dollar Tree, che offriranno indicazioni preziose sulla tenuta del consumatore americano. La resilienza della spesa delle famiglie, messa alla prova da tariffe e costi di finanziamento più elevati, rimane un elemento cruciale per la crescita economica.
Performance negative per i futures
Nel primo giorno di contrattazioni dopo il Labor Day, i futures hanno registrato cali significativi: – Dow E-mini: -0,8% – S&P E-mini: -1,0% – Nasdaq 100 E-mini: -1,3%
L’oro brilla mentre i mercati tremano
Non tutto è negativo: i titoli minerari auriferi hanno registrato guadagni mentre l’oro ha toccato nuovi massimi storici. Aziende come Newmont e Royal Gold hanno guadagnato il 2%, beneficiando del flight to quality degli investitori.
Il peso del debito pubblico globale
Un recente report di Bank of America evidenzia dati allarmanti sul debito pubblico mondiale: – L’Italia non registra un surplus di bilancio dal 1905 – La Francia dal 1974 – Regno Unito e Stati Uniti dal 2001 – Gli USA, che hanno avuto l’ultimo surplus commerciale nel 1975, ora hanno un debito pubblico di 37 trilioni di dollari, superiore al PIL combinato di Cina, Giappone, Germania e India
Prospettive per i mercati globali
La sessione odierna sarà caratterizzata dal ritorno operativo di Wall Street e dalla pubblicazione di tre statistiche cruciali: l’inflazione europea di agosto e gli indici PMI manifatturiero e ISM negli Stati Uniti, che dovrebbero mostrare miglioramenti rispetto a luglio. Nei mercati asiatici, il Nikkei 225 ha chiuso piatto dopo le perdite di ieri. Cina continentale e Hong Kong hanno invertito i guadagni della sessione precedente, mentre India e Corea del Sud hanno registrato rialzi rispettivamente dello 0,4% e 0,8%. L’Australia ha chiuso in calo dello 0,3% nonostante i guadagni nei settori finanziario e minerario. Gli indicatori anticipatori europei rimangono ribassisti, confermando un quadro di incertezza globale.