VanEck avanza richiesta per il primo ETF su Ethereum con staking Lido

La società di gestione patrimoniale VanEck ha presentato alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti una domanda di registrazione S-1 per lanciare un ETF basato su Lido Staked Ethereum. Si tratta della prima iniziativa di questo tipo nel settore degli exchange-traded fund su criptovalute, che potrebbe aprire nuove opportunità per gli investitori istituzionali e retail.

Caratteristiche del nuovo prodotto finanziario

Secondo la documentazione depositata presso la SEC il 16 ottobre, il fondo replicherà l’andamento dei prezzi di Lido Staked ETH (stETH) utilizzando come riferimento l’indice MarketVector’s LDO Staked Ethereum Benchmark Rate. Questa struttura permetterà agli investitori di ottenere esposizione regolamentata sia a Ethereum che ai rendimenti derivanti dallo staking attraverso il protocollo Lido Finance. Il protocollo Lido rappresenta attualmente la piattaforma di staking decentralizzata più grande nell’ecosistema Ethereum, consentendo agli utenti di mettere in staking i propri ETH senza dover gestire direttamente nodi validatori. In cambio, gli utenti ricevono token stETH che rappresentano sia l’ETH depositato che i rendimenti da staking accumulati.

Dati di mercato e posizionamento di Lido

I dati forniti da DeFiLlama evidenziano la portata del protocollo Lido: attualmente sono depositati 8,49 milioni di ETH per un controvalore superiore a 33,37 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta il 59,88% dell’intero mercato dello staking su Ethereum, consolidando la posizione dominante di Lido nel settore. VanEck, che gestisce asset per un valore complessivo di 133 miliardi di dollari, aveva già anticipato questa mossa la scorsa settimana registrando un trust statutario per il Lido Staked Ethereum ETF nello stato del Delaware, con CSC Delaware Trust Company come agente registrato.

Precedenti iniziative nel liquid staking

Questo non rappresenta il primo tentativo di VanEck di integrare token di liquid staking all’interno di un ETF regolamentato. Circa due mesi fa, la società aveva proposto l’integrazione di JitoSOL, un token di liquid staking sulla blockchain Solana, dimostrando un interesse strategico verso questa categoria di prodotti finanziari innovativi.

Nuove regole SEC accelerano i tempi di approvazione

Un elemento cruciale per questa domanda riguarda l’aggiornamento dei Generic Listing Standards da parte della SEC, entrati in vigore di recente. Queste nuove normative hanno ridotto drasticamente i tempi di approvazione per gli ETF crypto da 240 giorni a soli 75 giorni secondo il Securities Act del 1933. VanEck potrebbe quindi beneficiare di un processo di revisione significativamente più rapido rispetto alle precedenti richieste. L’Hashdex Crypto Index ETF è stato uno dei primi fondi ad avvantaggiarsi di queste regole aggiornate, evitando le lunghe procedure di revisione tradizionali.

Reazione del mercato all’annuncio

Nonostante l’importanza strategica dell’iniziativa, il mercato ha reagito con una certa cautela. Dall’annuncio della presentazione della domanda, il prezzo di stETH ha registrato un calo del 5,73% nelle 24 ore successive, attestandosi a 3.775,13 dollari. Parallelamente, Ethereum ha mostrato una volatilità del 6,7% con una capitalizzazione di mercato di 458,49 miliardi di dollari. Il volume di scambio di stETH ha tuttavia evidenziato un incremento del 17,24%, raggiungendo 84,46 milioni di dollari nelle 24 ore, segnalando un interesse crescente degli operatori nonostante il calo dei prezzi.

Implicazioni per il mercato degli ETF crypto

L’approvazione di un ETF su Ethereum con staking integrato rappresenterebbe un’evoluzione significativa nel panorama dei prodotti finanziari regolamentati legati alle criptovalute. Gli investitori potrebbero accedere non solo all’apprezzamento del capitale di Ethereum, ma anche ai rendimenti passivi generati dallo staking, il tutto attraverso un veicolo d’investimento tradizionale e regolamentato. Questa innovazione potrebbe attrarre capitali istituzionali che finora hanno evitato l’esposizione diretta ai protocolli DeFi a causa di preoccupazioni normative e operative. La struttura ETF offre infatti maggiore trasparenza, custodia regolamentata e conformità fiscale rispetto all’interazione diretta con i protocolli di staking decentralizzati.