Vendite massicce sui titoli bancari mondiali
I mercati azionari globali hanno registrato venerdì una significativa ondata di vendite sui titoli bancari, con le preoccupazioni relative ai crediti deteriorati negli Stati Uniti che si sono rapidamente propagate oltre i confini americani. Il settore finanziario internazionale ha subito forti pressioni dopo che gli istituti di credito statunitensi Zions e Western Alliance hanno comunicato problematiche legate a prestiti di scarsa qualità.
Il contagio dai mercati americani
Le borse statunitensi avevano già mostrato segnali di nervosismo giovedì, quando sono emerse informazioni preoccupanti sulle pratiche di erogazione del credito di alcuni istituti finanziari. Nonostante risultati trimestrali positivi pubblicati da diverse banche, il sentiment negativo ha prevalso, trascinando al ribasso l’intero comparto. Le tensioni si inseriscono in un contesto già fragile, alimentato dai fallimenti di due società del settore automotive registrati nel corso dell’anno. Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan, aveva lanciato un monito eloquente: “quando vedi uno scarafaggio, probabilmente ce ne sono altri”, riferendosi alla possibilità che emergano ulteriori problematiche creditizie nascoste.
Performance negative a Wall Street
Nelle contrattazioni pre-mercato di venerdì, i principali istituti bancari americani hanno registrato perdite significative. JP Morgan ha ceduto l’1,5%, mentre Citi ha perso l’1,9% e Bank of America ha segnato un calo del 2,9%. Particolarmente colpite sono state le banche regionali: Zions Bancorporation ha perso oltre il 13% giovedì, mentre Western Alliance Bancorp è scesa di oltre il 10%. L’ETF SPDR S&P Regional Banking (KRE) ha chiuso la seduta con un ribasso superiore al 6%.
Europa: il settore bancario sotto pressione
Il contagio si è rapidamente esteso ai mercati europei, dove lo Stoxx Banking Index ha registrato venerdì un calo di quasi il 3%. Le principali banche del continente hanno subito perdite consistenti, con dinamiche che hanno riflettuto più un sentiment negativo generalizzato che problematiche specifiche degli istituti europei.
I titoli più colpiti in Europa
Tra i titoli maggiormente penalizzati figura Banco Sabadell, recentemente al centro di un tentativo di acquisizione fallito da parte di BBVA, che ha perso l’8,9%. Deutsche Bank ha ceduto il 6,9%, mentre Barclays ha registrato un ribasso del 5,4%. Le vendite hanno interessato l’intero settore, senza distinzioni tra istituti di diverse dimensioni o aree geografiche.
Asia-Pacifico: esposizione al mercato USA
Anche i mercati asiatici non sono stati risparmiati dalla turbolenza. Gli istituti finanziari giapponesi con significativa esposizione ai mercati statunitensi hanno subito le perdite più marcate. Mizuho Financial Group ha perso il 4%, mentre le compagnie assicurative Sompo Holdings e Tokio Marine hanno registrato cali rispettivamente del 4,7% e del 3,5%. Le azioni di HSBC quotate a Hong Kong sono arretrate del 2%.
Analisi degli esperti: reazione emotiva o rischio sistemico?
Secondo Russ Mould, investment director di AJ Bell, le problematiche emerse in alcuni segmenti del sistema bancario americano hanno innescato preoccupazioni che si sono rapidamente diffuse ai mercati europei. “Gli investitori hanno iniziato a interrogarsi sul perché si siano verificati numerosi problemi in un breve lasso di tempo”, ha dichiarato Mould, sottolineando come questo possa indicare carenze nella gestione del rischio e standard di erogazione del credito troppo permissivi.
Nessuna evidenza di problemi strutturali in Europa
L’esperto ha precisato che il ritracciamento dei titoli bancari britannici appare guidato principalmente dal sentiment di mercato. Gli investitori, spaventati dagli sviluppi oltreoceano, hanno ridotto le posizioni nel settore per precauzione, nonostante non esistano evidenze di problematiche simili negli istituti europei di primo piano. David Barker, investment manager del team European Equity di GAM, ha offerto una prospettiva più rassicurante. Pur riconoscendo che si tratta del terzo episodio critico legato al credito negli Stati Uniti nell’arco di un mese, Barker ha sottolineato l’assenza di prove di problemi strutturali profondi nel sistema creditizio.
Questioni di integrità delle garanzie
Secondo l’analisi di Barker, il problema principale sembra riguardare l’integrità delle garanzie collaterali, con casi di garanzie utilizzate due volte o risultate fraudolente. Questo suggerirebbe che le perdite siano di natura idiosincratica, senza evidenze di problematiche più diffuse nel sistema. Le banche europee, le compagnie assicurative e i gestori alternativi stanno subendo vendite “per simpatia”, con la forte sovraperformance registrata nel corso dell’anno che amplifica il movimento al ribasso. Il settore bancario europeo ha infatti rappresentato uno dei punti di forza del rally azionario continentale nel 2025, con l’indice di settore che ha guadagnato oltre il 50%.
Solidità del sistema bancario europeo
Barker ha evidenziato come le banche europee siano ben capitalizzate e abbiano significativamente ridotto i rischi nei loro portafogli negli ultimi dieci anni. La situazione attuale non appare paragonabile al panico di marzo 2023, quando le banche regionali statunitensi vacillarono con i casi di SVB e First Republic. In quell’occasione, gli istituti europei subirono un sell-off di breve durata prima di recuperare le performance. L’aspettativa degli analisti è che il ribasso odierno sui titoli bancari europei si riveli temporaneo, a condizione che non emergano ulteriori shock. La reazione del mercato appare quindi più legata a dinamiche emotive e di gestione del rischio di portafoglio che a fondamentali deteriorati del settore bancario europeo.
Prospettive per il settore finanziario
Nonostante la volatilità di breve termine, gli esperti mantengono una visione costruttiva sulla solidità strutturale del sistema bancario europeo. Le riforme regolamentari implementate dopo la crisi finanziaria del 2008, i requisiti patrimoniali più stringenti e le politiche di gestione del rischio più rigorose hanno rafforzato significativamente la resilienza degli istituti continentali. La chiave per i prossimi giorni sarà monitorare se emergeranno ulteriori problematiche nel settore creditizio statunitense o se, come suggeriscono molti analisti, si tratterà di casi isolati legati a specifiche debolezze nella gestione delle garanzie collaterali. Nel frattempo, gli investitori mantengono un atteggiamento prudente, privilegiando la riduzione dell’esposizione al rischio in attesa di maggiore chiarezza.