Futures USA stabili in attesa delle decisioni della Federal Reserve

I futures sugli indici azionari statunitensi si muovono in territorio neutrale nella mattinata di mercoledì, con gli investitori che mantengono un atteggiamento prudente dopo la pubblicazione di dati sul PIL superiori alle attese e in vista della decisione sui tassi d’interesse della Federal Reserve. I contratti futures sull’S&P 500 registrano un lieve rialzo, mentre quelli sul Nasdaq-100 guadagnano lo 0,2% e i futures sul Dow Jones avanzano di soli 8 punti. Nonostante la robusta crescita economica del secondo trimestre, l’attenzione degli operatori rimane concentrata sulla politica monetaria e sui risultati aziendali.

Probabilità quasi certa di tassi invariati

Secondo il CME FedWatch, il mercato attribuisce una probabilità del 98% che la Fed mantenga il tasso di riferimento nell’intervallo 4,25%-4,5%. Nonostante le pressioni provenienti dalla Casa Bianca per un allentamento monetario, gli analisti prevedono che il presidente della Fed Jerome Powell confermerà un approccio prudente durante la conferenza stampa del pomeriggio. “I mercati non si aspettano alcun cambiamento nella politica monetaria almeno fino a settembre”, ha dichiarato Jerry Tempelman di Mutual of America, riflettendo il sentiment prevalente tra gli investitori istituzionali.

PIL secondo trimestre supera le previsioni

Il Dipartimento del Commercio ha riportato una crescita del PIL del secondo trimestre pari al 3%, ben superiore al 2,3% previsto dagli economisti. Tuttavia, questo dato positivo non ha modificato le aspettative sui tassi d’interesse, con i trader più interessati a cogliere eventuali sfumature nelle dichiarazioni di Powell. I dati riflettono una spesa dei consumatori sostenuta e investimenti aziendali solidi, elementi che testimoniano la resilienza dell’economia americana nonostante le sfide globali. Nel frattempo, i rischi geopolitici continuano a rappresentare un elemento di incertezza, con i negoziati commerciali USA-Cina in fase di stallo e le questioni tariffarie ancora irrisolte.

Performance contrastanti nei titoli azionari

I rialzisti della giornata

Starbucks ha registrato un balzo del 4% dopo aver superato le aspettative di ricavo con 9,5 miliardi di dollari di vendite nel terzo trimestre. Il CEO Brian Niccol ha espresso fiducia nel piano di rilancio dell’azienda, alimentando l’ottimismo degli investitori. Qorvo è schizzata di quasi il 10% grazie a previsioni di ricavo superiori alle attese, mentre LendingClub ha messo a segno un impressionante +23% dopo aver raddoppiato le stime sugli utili per azione. Altri movimenti degni di nota includono Teladoc, in rialzo del 2,3% dopo aver ridotto le perdite trimestrali, e Peloton, che ha guadagnato il 7% a seguito di un upgrade da parte di UBS.

I titoli sotto pressione

Visa ha perso il 2% nonostante risultati solidi, penalizzata dalla conferma di una guidance prudente per l’intero anno fiscale. Novo Nordisk è scivolata del 4% dopo aver tagliato le previsioni sulle vendite di farmaci per l’obesità negli Stati Uniti e annunciato un nuovo amministratore delegato. Mondelez ha ceduto l’1% a causa di margini e crescita inferiori alle previsioni degli analisti.

Prospettive di mercato e fattori chiave da monitorare

Con la decisione della Fed prevista per il pomeriggio, gli operatori analizzeranno attentamente ogni parola della conferenza stampa di Powell alla ricerca di indizi sulla direzione futura della politica monetaria. Le prossime trimestrali di colossi tecnologici come Meta Platforms e Microsoft, insieme a quelle di Ford e Robinhood, influenzeranno significativamente il sentiment di mercato nei prossimi giorni. Dal punto di vista tecnico, l’S&P 500 ha ritracciato dai massimi storici recenti. Eventuali toni restrittivi da parte della Fed potrebbero mettere alla prova i livelli di supporto attuali, mentre dichiarazioni accomodanti potrebbero fornire nuovo slancio al rally. Gli investitori dovranno prepararsi a una possibile ripresa della volatilità, con i mercati pronti a reagire alle decisioni di politica monetaria, al momentum degli utili aziendali e alle persistenti tensioni commerciali globali che continuano a influenzare le dinamiche di investimento internazionali.