L’indice S&P 500 raggiunge nuovi record ma nasconde rischi strutturali
L’indice S&P 500 ha registrato un nuovo massimo storico mercoledì, nonostante lo shutdown del governo federale americano, e ha toccato un nuovo picco intraday giovedì mattina. L’indice, che rappresenta le principali large-cap statunitensi, ha guadagnato quasi il 90% dall’inizio del mercato rialzista tre anni fa, trainato principalmente dagli sviluppi nell’intelligenza artificiale, secondo quanto riportato da Morgan Stanley Wealth Management. Tuttavia, diversi analisti finanziari sostengono che sia arrivato il momento di riconsiderare la classica strategia “buy-and-hold” sull’S&P 500, resa celebre dal leggendario investitore Warren Buffett.
I limiti strutturali dell’S&P 500 secondo gli analisti
“L’S&P 500 è compromesso”, afferma Michael DeMassa, certified financial planner e chartered financial analyst, nonché fondatore di Forza Wealth Management a Sarasota, Florida. Molti investitori credono erroneamente che investire nell’indice S&P 500 – attraverso gli ETF con ticker SPY, VOO o IVV – sia sinonimo di diversificazione. Tuttavia, DeMassa sottolinea come questa percezione di sicurezza sia illusoria. La struttura dell’indice, ponderata per capitalizzazione di mercato, significa che le aziende con maggior peso possono trascinare al ribasso l’intero fondo in caso di performance negative.
La concentrazione settoriale come fattore di rischio
Un altro elemento critico è la forte concentrazione nel settore tecnologico, che può generare volatilità sistemica nell’intero indice. Questa caratteristica strutturale rende l’S&P 500 più vulnerabile a shock settoriali di quanto molti investitori percepiscano. Deva Panambur, CFP e CFA, fondatore di Sarsi LLC nel New Jersey, riconosce che investire nell’S&P 500 per un orizzonte temporale lungo probabilmente porterà buoni risultati. Tuttavia, evidenzia come l’indice possa attraversare periodi prolungati di sottoperformance. Un esempio significativo è il periodo 2000-2008, durante il quale l’S&P 500 ha perso oltre il 30%.
Strategie alternative per una diversificazione efficace
Nonostante le previsioni di Wall Street rimangano generalmente positive per l’indice nel prossimo futuro, gli esperti raccomandano di adottare un mix di investimenti più ampio per proteggersi da eventuali correzioni.
I fondi total market come alternativa
Brendan McCann, associate manager research analyst presso Morningstar, suggerisce agli investitori che cercano un approccio semplice di optare per un fondo total market invece di un fondo S&P 500. A differenza degli index fund sull’S&P 500, i fondi total market offrono esposizione anche alle small-cap e mid-cap, oltre alle large-cap. Un’alternativa consiste nell’ampliare l’esposizione già fornita da un fondo S&P 500 nel portafoglio. McCann cita come esempio il Vanguard Extended Market ETF, che traccia un indice total market escludendo i titoli dell’S&P 500.
L’importanza del bilanciamento corretto
La sfida principale di questa strategia sta nell’acquistare i fondi nelle proporzioni corrette. Per gli investitori che preferiscono evitare la gestione attiva delle allocazioni nel tempo, un fondo total market rappresenta probabilmente l’approccio migliore. Questo passaggio risulta particolarmente vantaggioso per chi investe attraverso piani 401(k), dove non ci sono implicazioni fiscali nel cambio di fondi.
Fondi equal-weighted e allocazioni bilanciate
Alcuni esperti hanno suggerito di considerare fondi S&P 500 equal-weighted, che mantengono una proporzione uguale di ogni titolo. Tuttavia, McCann avverte che questa strategia può comportare maggiori costi di transazione durante il ribilanciamento. Panambur evidenzia come durante il periodo di sottoperformance dell’S&P 500 tra il 2002 e il 2009, settori come small cap, value, mercati internazionali e persino le obbligazioni abbiano performato meglio delle azioni large-cap. Oggi, i portafogli che costruisce per i suoi clienti includono allocazioni in queste aree. “Quando analizzo l’allocazione complessiva, il mio obiettivo è assicurarmi che sia più bilanciata rispetto all’S&P 500”, spiega Panambur.
Attenzione alla sovrapposizione degli investimenti
DeMassa sottolinea che la strategia set-it-and-forget-it sull’S&P 500 era originariamente concepita per fornire un’ampia esposizione al mercato. “Non è più così”, afferma categoricamente. Nel processo di diversificazione, è fondamentale prestare attenzione alle partecipazioni di ciascun fondo nel portafoglio. Se un investitore possiede fondi che tracciano sia l’S&P 500 che il Vanguard Growth Index, per esempio, l’esposizione ai titoli tecnologici large-cap risulterà amplificata anziché limitata, vanificando gli sforzi di diversificazione. La chiave per una strategia di investimento resiliente nel contesto attuale sta quindi nel costruire un portafoglio veramente diversificato, che vada oltre la semplice esposizione all’S&P 500 e includa asset class complementari capaci di performare in diversi scenari di mercato.