Il dollaro perde terreno mentre si avvicina la paralisi del governo federale
Il dollaro americano sta mostrando segni di debolezza contro le principali valute del G10 e dei mercati emergenti. La decisione della Reserve Bank of Australia di mantenere invariati i tassi con toni restrittivi ha spinto il dollaro australiano in rialzo di quasi lo 0,5%, raggiungendo un massimo di quattro giorni sopra 0,6700 dollari. Anche lo yen giapponese registra guadagni simili, nonostante i dati deludenti sulla produzione industriale e le vendite al dettaglio del paese. A questo punto, uno shutdown del governo federale americano appare quasi inevitabile, con potenziali ripercussioni significative sui mercati finanziari globali.
Nuovi dazi USA su legname e prodotti in legno
Gli Stati Uniti hanno annunciato l’imposizione di dazi del 10% su legname dolce e segati, oltre a una tassa del 25% su mobili da cucina, mobili da bagno e prodotti in legno imbottiti. Alcune misure entreranno in vigore già dal 14 ottobre, mentre altre partiranno dal 1° gennaio. Il Canada risulta essere il paese più esposto, già soggetto a dazi del 35,2% volti a contrastare presunti sussidi e pratiche di prezzo sleali nel settore.
Andamento dei mercati azionari globali
I mercati azionari nella regione Asia-Pacifico hanno mostrato performance prevalentemente positive, con l’eccezione di Corea del Sud, Australia e alcuni mercati degli indici che hanno chiuso in territorio negativo. In Europa, lo Stoxx 600 registra una lieve perdita, mentre i futures sugli indici statunitensi sono in calo tra lo 0,15% e lo 0,25%. È importante notare che un terzo delle società dell’S&P 500 è entrato nel periodo di blackout pre-earnings, durante il quale non possono effettuare buyback azionari. Entro metà ottobre, questa percentuale salirà all’80-85%.
Rendimenti obbligazionari e materie prime
I rendimenti dei titoli di stato decennali europei mostrano movimenti contenuti, mentre il rendimento del Treasury USA a 10 anni è sceso di poco più di un punto base, attestandosi leggermente sotto il 4,13%. L’oro sta invertendo la rotta dopo aver toccato un nuovo massimo storico di quasi 3.871 dollari l’oncia, scivolando ora sotto i 3.800 dollari. Il petrolio WTI di novembre ha esteso il calo di quasi il 3,5% di ieri, perdendo un ulteriore 1% oggi e toccando i 62,45 dollari, dopo aver chiuso la scorsa settimana poco sopra i 65,70 dollari.
Analisi delle principali valute
Dollaro USA: test dei supporti tecnici
Il Dollar Index ha esteso il pullback iniziato venerdì scorso, scendendo da poco sotto 97,80 ieri a quasi 97,65 oggi, dove si trova la media mobile a 20 giorni. Ha raggiunto il ritracciamento del 38,2% del rally iniziato dal taglio dei tassi della Fed del 17 settembre. Il prossimo livello di ritracciamento (50%) si trova vicino a 97,40. I dati economici in arrivo includono i prezzi delle case, il JOLTS e il sondaggio del Conference Board, ma con lo shutdown federale che incombe a mezzanotte, questi dati potrebbero passare in secondo piano. I prezzi delle case FHFA potrebbero essere scesi per il quarto mese consecutivo a luglio, mentre l’indice S&P CoreLogic Case-Shiller potrebbe mostrare il più piccolo aumento in due anni.
Euro: test di resistenze chiave
Con i guadagni di ieri, l’euro ha raggiunto il ritracciamento del 38,2% delle perdite dal meeting FOMC del 17 settembre (~1,1750 dollari). Oggi ha toccato un nuovo massimo marginale vicino a 1,1760 dollari. Il prossimo ritracciamento (50%) si trova poco sopra 1,1780 dollari. L’attenzione si concentra sui dati di inflazione di settembre e sui consumi di agosto di Germania e Francia. Le vendite al dettaglio tedesche sono inaspettatamente calate dello 0,2%, mentre la spesa dei consumatori francesi è aumentata dello 0,1%. Il mercato degli swap mostra che la probabilità di un altro taglio dei tassi BCE è estremamente bassa, con circa il 10% di possibilità nel Q4 2025 e circa il 34% nella prima metà del 2026.
Yuan cinese: consolidamento pre-festività
Il dollaro contro lo yuan cinese ha ceduto quasi metà dei guadagni registrati dal meeting FOMC. Si sta consolidando tranquillamente oggi tra circa CNH7,1250 e CNH7,1330. La PBOC ha fissato il tasso di riferimento del dollaro a CNY7,1055. Le festività estese della Cina iniziano domani e i mercati riapriranno solo il 9 ottobre. I PMI di settembre hanno mostrato che l’attività manifatturiera e dei servizi è rimasta sostanzialmente invariata. Il CSI 300 cinese è salito del 17,9% nel Q3, risultando tra i migliori performer mondiali.
Yen giapponese: rafforzamento nonostante dati deboli
Il dollaro ha esteso le perdite fino a circa 147,85 yen oggi. Il ritracciamento del 50% del rally del dollaro dopo il taglio dei tassi Fed del 17 settembre si trova poco sotto 147,75 yen. I guadagni dello yen arrivano nonostante dati deludenti: la produzione industriale di agosto è calata dell’1,2%, mentre le vendite al dettaglio sono scese dell’1,1%. Tuttavia, il mercato degli swap ha aumentato marginalmente la probabilità di un rialzo della BOJ entro fine anno a poco più dell’80%.
Sterlina britannica: resistenze testate
La sterlina ha raggiunto ieri poco sopra 1,3455 dollari, incontrando il ritracciamento del 61,8% delle perdite della scorsa settimana. Il Regno Unito ha confermato la crescita del PIL del Q2 allo 0,3% trimestre su trimestre. Il mercato degli swap vede la Bank of England ferma fino al Q1 2026, quando c’è una probabilità del 74% di un taglio.
Dollaro canadese sotto pressione
Il dollaro canadese sta mostrando debolezza, con il greenback che ha raggiunto quasi CAD1,3960 prima del weekend, il livello migliore in quattro mesi. Il dollaro canadese è in calo di circa l’1,33% nel mese, con solo il dollaro neozelandese che ha performato peggio tra le valute del G10. Il mercato degli swap vede circa l’80% di probabilità di un altro taglio dei tassi della Bank of Canada quest’anno.
Dollaro australiano sostenuto dalla RBA
Il dollaro australiano è salito fino a quasi 0,6615 dollari oggi, raggiungendo il ritracciamento del 50% del calo della scorsa settimana. La RBA ha mantenuto il tasso di riferimento fermo al 3,60%, con il governatore Bullock che ha nuovamente adottato un tono cauto, notando che l’inflazione non sta rallentando rapidamente come previsto. Il mercato dei futures ha ridotto la probabilità di un altro taglio nel Q4 dal 70% a circa il 50%.
Peso messicano: stabilizzazione dopo i recenti guadagni
Il dollaro è brevemente sceso sotto 18,30 pesos messicani ieri, il livello più basso dal giorno dopo il taglio dei tassi della Federal Reserve del 17 settembre. Le valute latinoamericane sono state tre delle cinque migliori valute dei mercati emergenti questo mese. Dopo il taglio dei tassi della scorsa settimana (al 7,50%), il mercato degli swap sembra prezzare un altro taglio nel Q4 e uno nel Q1 2026.