Le dichiarazioni del presidente della Fed scuotono Wall Street

Il 2024 si sta rivelando un anno eccezionale per i mercati azionari americani. Nonostante alcune turbolenze primaverili, l’indice S&P 500 ha registrato un incremento superiore al 12% dall’inizio dell’anno. Una performance che sta sollevando interrogativi tra gli analisti sulla sostenibilità di questi livelli. Durante un intervento in Rhode Island, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha lanciato un monito che ha immediatamente catturato l’attenzione degli investitori. Rispondendo a una domanda su come la banca centrale valuti l’impatto delle proprie politiche sui mercati finanziari, Powell ha dichiarato: “Monitoriamo costantemente le condizioni finanziarie complessive per verificare che le nostre politiche producano gli effetti desiderati. Tuttavia, secondo numerosi parametri, i prezzi azionari appaiono decisamente elevati“.

Cosa significa “sopravvalutato” nel linguaggio della Fed

Le parole di Powell non si riferiscono semplicemente al fatto che gli indici stiano toccando massimi storici. Il presidente della Fed sta segnalando che le azioni americane potrebbero essere sopravvalutate rispetto ai loro fondamentali – un’affermazione che ha provocato un immediato ribasso sui mercati. Sam Stovall, chief investment strategist di CFRA, ricorda che “il principio più antico degli investimenti resta sempre valido: comprare quando i prezzi sono bassi e vendere quando sono alti”. Mentre per gli investitori retail si raccomanda generalmente un approccio diversificato di lungo termine, i professionisti prestano particolare attenzione ai cicli di mercato, cercando di acquistare quando le valutazioni sono attraenti e alleggerire le posizioni quando diventano eccessive.

Il rapporto prezzo/utili come termometro del mercato

Sebbene Powell non abbia specificato quali metriche stia osservando, gli esperti utilizzano principalmente il rapporto prezzo/utili (P/E ratio) per valutare se un titolo o un indice sia caro o conveniente. Attualmente, questo indicatore conferma le preoccupazioni del presidente della Fed: l’S&P 500 viene scambiato con un premio del 41% rispetto alla sua media ventennale, secondo i dati CFRA.

Come funziona il P/E ratio e perché è importante

Per determinare se un’azione è valutata correttamente, gli analisti di Wall Street non guardano solo al prezzo del titolo. Confrontano invece il prezzo con i fondamentali dell’azienda, come ricavi, flussi di cassa o, più comunemente, gli utili. Gli investitori sono disposti a pagare un multiplo degli utili attuali perché si aspettano di beneficiare della redditività futura dell’azienda. Questo multiplo si calcola dividendo il prezzo dell’azione per gli utili per azione (EPS).

Un esempio pratico

Se un’azione costa 10 dollari e si prevede che genererà 2 dollari di utili per azione nei prossimi 12 mesi, il suo P/E è 5. Questo numero, preso singolarmente, dice poco. Ma diventa estremamente utile per: – Confrontare investimenti diversi – Valutare un asset rispetto alla sua media storica – Identificare opportunità relative tra settori o mercati

I numeri che preoccupano la Fed

Attualmente, le azioni dell’S&P 500 vengono scambiate a 23,8 volte gli utili previsti per i prossimi 12 mesi. La media degli ultimi vent’anni si attesta a 16,8. Questo significa che le azioni americane sono circa il 41% più care rispetto al loro valore storico medio. Applicando la stessa logica comparativa: – Le azioni internazionali (indici S&P globali) hanno un P/E di 15,7 – Le small cap americane (S&P SmallCap 600) presentano un P/E di 17,1 – Entrambe appaiono quindi più convenienti rispetto alle large cap USA

Implicazioni per gli investitori: prudenza senza panico

Questi dati non significano necessariamente che il mercato crollerà domani o che le azioni estere o le small cap sovraperformeranno nel breve termine. I mercati finanziari operano storicamente in cicli, con diverse asset class che si alternano nella leadership. Charles Rotblut, vicepresidente dell’American Association of Individual Investors, sottolinea che nel lungo periodo i titoli growth ad alta crescita che guidano il mercato tendono a perdere appeal, mentre i titoli value sottovalutati tornano alla ribalta. “Sappiamo che nel lungo termine ci sono fasi in cui il growth sovraperforma e fasi in cui prevale il value. Questo pendolo continua a oscillare e non credo che questa volta sia diverso”, afferma Rotblut.

Strategie in un mercato sopravvalutato

Gli esperti non consigliano cambiamenti radicali al portafoglio basati su condizioni di mercato di breve termine. Tuttavia, suggeriscono di: – Verificare la diversificazione del proprio portafoglio – Considerare un ribilanciamento graduale verso asset meno sopravvalutati – Mantenere una prospettiva di lungo termine – Non farsi prendere dal panico ma nemmeno ignorare i segnali di prudenza Le parole di Powell servono come promemoria che i mercati non salgono all’infinito e che la prudenza è sempre consigliabile quando le valutazioni raggiungono livelli storicamente elevati. Per gli investitori, il messaggio è chiaro: è tempo di rivedere le proprie posizioni e assicurarsi di essere preparati per qualsiasi scenario futuro.