L’inflazione tedesca mantiene la stabilità al 2%
Le ultime rilevazioni flash sull’inflazione tedesca di luglio confermano un processo di disinflazione che procede con estrema gradualità. Il dato principale dell’inflazione, secondo la metodologia nazionale, resta invariato al 2% su base annua, mentre la misurazione europea registra un calo all’1,8% rispetto al 2,0% di giugno. L’inflazione core si mantiene stabile al 2,7% annuo.
Dinamiche dei prezzi: disinflazione non deflazione
I dati regionali disponibili evidenziano come la Germania, insieme all’intera economia dell’eurozona, stia attraversando una fase di disinflazione e non di deflazione. Solo i prezzi mensili di abbigliamento e gasolio da riscaldamento hanno registrato diminuzioni effettive. Quasi tutte le altre categorie merceologiche hanno visto aumenti di prezzo, seppur con ritmi più contenuti rispetto al mese precedente.
Prospettive a breve termine per l’inflazione tedesca
Nel prossimo futuro, l’inflazione tedesca dovrebbe rispettare la vecchia definizione di stabilità dei prezzi della BCE, mantenendosi “sotto ma vicina al 2%”. Gli effetti base favorevoli del settore energetico stanno gradualmente esaurendosi, mentre l’inflazione core dovrebbe mostrare una moderata discesa.
Fattori chiave per l’evoluzione dei prezzi
L’impatto delle politiche commerciali USA
Resta da valutare come le aziende europee e statunitensi reagiranno ai dazi americani. Si delineano due scenari possibili: – Scenario deflazionistico: i prezzi nell’eurozona potrebbero diminuire a causa di eccessi di capacità produttiva e vendite più deboli negli Stati Uniti – Scenario inflazionistico: le multinazionali potrebbero aumentare i prezzi in Europa per compensare la compressione dei profitti nel mercato americano
Dinamiche del mercato del lavoro tedesco
Il raffreddamento del mercato del lavoro tedesco rappresenta un elemento cruciale che dovrebbe allentare le pressioni salariali e conseguentemente quelle inflazionistiche. D’altra parte, gli stimoli fiscali del governo potrebbero generare nuove spinte inflazionistiche verso fine anno e oltre.
Implicazioni per la politica monetaria della BCE
I recenti sviluppi commerciali e il mancato concretizzarsi di un conflitto commerciale su larga scala hanno ridotto la pressione sulla BCE per proseguire con tagli dei tassi a sostegno della crescita. A questo si aggiungono: – L’indebolimento dell’euro – Una crescita del PIL positiva, seppur modesta, nel secondo trimestre Questi fattori hanno innalzato significativamente la soglia per un ulteriore taglio dei tassi quest’anno.
Perché un taglio a settembre resta probabile
Nonostante tutto, manteniamo la previsione di un ultimo taglio dei tassi nella riunione di settembre per tre ragioni fondamentali: 1. Incertezza sugli accordi commerciali: Un accordo è tale solo quando viene firmato nero su bianco. Le negoziazioni commerciali attuali sono particolarmente volatili e non sarebbe la prima volta che emergono annunci o interruzioni dell’ultimo minuto. 2. Dati macro più deboli in arrivo: La nostra analisi suggerisce che sia l’inflazione effettiva che i dati macroeconomici hard potrebbero risultare più deboli dei soft data nelle prossime settimane, alimentando la narrativa di un’inflazione sotto target. 3. Coerenza con le proiezioni BCE: L’argomento più forte rimane il fatto che le proiezioni di giugno della BCE includevano un tasso terminale dell’1,75%. Non rispettare questi prezzi di mercato spingerebbe meccanicamente al ribasso le stesse proiezioni di inflazione e crescita della banca centrale.
Evoluzione del dibattito sulla politica monetaria
Va riconosciuto che gli sviluppi recenti hanno ridotto il nostro grado di convinzione su questa previsione. Se l’allentamento delle tensioni commerciali dovesse effettivamente ridurre l’incertezza e aumentare la resilienza dell’economia dell’eurozona, il dibattito all’interno della BCE potrebbe rapidamente spostarsi: dalla questione se siano necessari ulteriori tagli dei tassi a quando iniziare ad alzarli per contrastare le pressioni inflazionistiche derivanti dagli stimoli fiscali.