L’Effetto dei Dazi sull’Inflazione Americana: Analisi dei Dati PCE
Dall’inizio del 2025, i dazi commerciali sono tornati al centro del dibattito sulla politica commerciale statunitense. L’analisi dei dati più recenti rivela come queste misure protezionistiche stiano influenzando concretamente i prezzi al consumo, con particolare riferimento all’indice PCE (Personal Consumption Expenditures), lo strumento privilegiato dalla Federal Reserve per monitorare l’inflazione. Sebbene l’inflazione complessiva misurata dall’indice PCE abbia registrato incrementi contenuti nei mesi recenti, le categorie di beni maggiormente esposte al commercio internazionale raccontano una storia completamente diversa. I prezzi dei beni durevoli negli Stati Uniti – tra cui veicoli, elettronica e mobili – hanno subito aumenti significativi, con una tempistica che coincide perfettamente con l’introduzione dei nuovi dazi all’inizio dell’anno.
Divergenza tra Inflazione Generale e Prezzi dei Beni Durevoli
I dati mostrano una chiara divergenza tra l’andamento dell’indice PCE generale e quello specifico dei beni durevoli. Analizzando le variazioni percentuali cumulative rispetto al trend lineare calcolato sui dati del 2024, emerge come i prezzi dei beni durevoli abbiano accelerato in modo marcato a partire da gennaio 2025, mentre l’indice generale è rimasto relativamente stabile. Questa discrepanza evidenzia come l’impatto dei dazi si concentri principalmente sui prodotti importati o che utilizzano componenti esteri, creando pressioni inflazionistiche settoriali che potrebbero diffondersi gradualmente all’intera economia.
Metodologia di Analisi: Il Modello di Pass-through Tariffario
Stima dell’Impatto Teorico dei Dazi
Per quantificare l’effetto dei dazi sull’inflazione, è stato sviluppato un modello econometrico che stima l’aumento atteso dei prezzi finali per ciascuna categoria di prodotto, basandosi sulla loro esposizione alle tariffe doganali. I dazi aumentano il costo degli input importati e dei beni finali esteri, e parte di questo incremento viene trasferito ai consumatori finali. L’impatto sui prezzi dipende da due fattori principali: Primo, le aliquote tariffarie variano significativamente tra prodotti e partner commerciali, creando effetti differenziati lungo la catena del valore. Secondo, i beni di consumo importati o che dipendono fortemente da componenti esteri subiscono un impatto maggiore rispetto ai prodotti con elevato contenuto domestico.
Risultati del Modello: Categorie Più Colpite
Assumendo un pass-through completo – ovvero che tutti gli aumenti di costo legati ai dazi si riflettano interamente nei prezzi al consumo – il modello ha calcolato la variazione di prezzo prevista per ogni categoria PCE. Le stime incorporano gli aumenti tariffari osservati fino a luglio 2025 e rivelano una notevole eterogeneità tra i settori. Le categorie che mostrano i maggiori aumenti di prezzo previsti includono mobili, componenti per autoveicoli e strumenti musicali, mentre settori come carburanti e libri presentano effetti molto più contenuti. Questa variabilità riflette sia le differenze nelle aliquote applicate sia il diverso grado di dipendenza dalle importazioni.
Verifica Empirica: Quanto dei Dazi si Riflette nei Prezzi Reali
Analisi Event Study e Regressioni Local Projection
Per valutare come gli effetti previsti dal modello si stiano materializzando nella realtà, è stata condotta un’analisi empirica utilizzando una metodologia di regressione “local projection”. Questo approccio, simile a quello adottato dalla Federal Reserve in uno studio del 2025, permette di tracciare l’evoluzione temporale degli effetti tariffari. L’identificazione si basa sul confronto tra l’andamento dei prezzi nelle diverse categorie di prodotto che presentano livelli differenti di esposizione ai dazi. La regressione recupera un coefficiente separato per ogni mese, consentendo di seguire come questi effetti evolvano nel tempo.
Pass-through sull’Indice PCE Headline
I risultati mostrano che le stime del pass-through rimangono stabili e prossime allo zero nella fase iniziale del campione, ma iniziano ad aumentare dopo l’entrata in vigore dei nuovi dazi all’inizio del 2025. L’incremento diventa più pronunciato nei mesi successivi: ad agosto 2025, circa il 35% dell’effetto previsto dal modello si è concretizzato nei dati effettivi. Questo pass-through parziale suggerisce che i meccanismi di trasmissione dei dazi ai prezzi al consumo operano con ritardi significativi e che esistono fattori che limitano la capacità delle imprese di trasferire integralmente gli aumenti di costo.
Pass-through sull’Indice PCE Core
Il pattern osservato per l’indice PCE core, che esclude alimentari ed energia, risulta sostanzialmente simile a quello dell’indice generale. Anche in questo caso, gli effetti diventano statisticamente significativi e crescenti a partire dall’inizio del 2025, confermando che l’impatto dei dazi non si limita ai settori più volatili ma permea l’intera struttura dei prezzi.
Quantificazione dell’Impatto Aggregato sull’Inflazione
Combinando i coefficienti stimati dalla regressione con una misura ponderata dell’esposizione tariffaria aggregata – che utilizza i pesi di spesa PCE – è possibile costruire una serie temporale che rappresenta il contributo cumulativo dei dazi all’inflazione complessiva. I risultati quantitativi sono significativi: nel periodo giugno-agosto 2025, i dazi spiegano circa 0,5 punti percentuali dell’inflazione annualizzata headline PCE e circa 0,4 punti percentuali dell’inflazione core PCE annualizzata. In termini pratici, questo significa che senza l’effetto dei dazi, l’inflazione headline sarebbe stata del 2,35% invece del 2,85% osservato, mentre l’inflazione core sarebbe stata del 2,49% invece del 2,90% effettivo.
Interpretazione dei Risultati e Implicazioni per la Politica Monetaria
Pass-through Parziale: Cause e Dinamiche
Il fatto che solo una porzione dell’effetto previsto dal modello si sia materializzata finora può riflettere diverse dinamiche economiche: Ritardi negli aggiustamenti di prezzo: le imprese potrebbero non trasferire immediatamente gli aumenti di costo ai consumatori, preferendo assorbire temporaneamente parte dell’incremento per mantenere quote di mercato. Pressione competitiva: in mercati altamente concorrenziali, la capacità delle imprese di aumentare i prezzi è limitata dalla presenza di alternative e dalla sensibilità della domanda. Aspettative di temporaneità: se gli operatori economici ritengono che i dazi possano essere rimossi o ridotti nel breve termine, potrebbero essere riluttanti ad adeguare completamente i listini.
Prospettive per la Federal Reserve
L’analisi evidenzia come le misure tariffarie stiano già esercitando una pressione al rialzo misurabile sui prezzi al consumo. L’aumento dei prezzi iniziato all’inizio del 2025 coincide strettamente con l’introduzione dei dazi, e le regressioni confermano che questi effetti sono sia statisticamente che economicamente significativi. Per la Federal Reserve, comprendere il legame tra politica commerciale e prezzi al consumo diventa essenziale per valutare la persistenza dell’inflazione e le implicazioni più ampie per la politica economica. La sfida principale consiste nel distinguere tra shock inflazionistici temporanei legati ai dazi e pressioni più durature che potrebbero richiedere un aggiustamento della stance di politica monetaria.
Monitoraggio Continuo e Sviluppi Futuri
Nei prossimi mesi sarà cruciale continuare a monitorare l’evoluzione del pass-through tariffario. Se il processo di trasmissione dovesse accelerare, con una quota maggiore dell’effetto teorico che si materializza nei prezzi effettivi, le pressioni inflazionistiche potrebbero intensificarsi ulteriormente. Al contrario, se il pass-through dovesse rimanere parziale o addirittura diminuire, ciò suggerirebbe che i meccanismi di assorbimento degli shock da parte delle imprese e la competizione di mercato stanno efficacemente limitando l’impatto finale sui consumatori. La dinamica dei dazi commerciali rappresenta quindi un fattore chiave nell’equazione inflazionistica americana del 2025, con implicazioni dirette per le decisioni di politica monetaria della Fed e per le aspettative degli operatori di mercato sul percorso futuro dei tassi di interesse.