L’accordo commerciale tra UE e USA divide l’Europa tra sollievo e preoccupazione
I governi e le aziende europee hanno accolto con sentimenti contrastanti l’accordo quadro commerciale raggiunto con il presidente americano Donald Trump. L’intesa, che evita una guerra commerciale più profonda, viene percepita come squilibrata ma necessaria. L’accordo, annunciato domenica tra due economie che rappresentano quasi un terzo del commercio globale, prevede l’imposizione di dazi del 15% sulla maggior parte dei beni europei – la metà rispetto alla minaccia iniziale, ma molto più di quanto sperato dall’Europa.
Le reazioni dei leader europei all’intesa
“Mentre attendiamo i dettagli completi del nuovo accordo commerciale UE-USA, una cosa è chiara: questo è un momento di sollievo ma non di celebrazione”, ha scritto su X il primo ministro belga Bart De Wever. “I dazi aumenteranno in diverse aree e alcune questioni chiave rimangono irrisolte”. Trump ha affermato che l’accordo, che include un impegno di investimenti superiore ai 550 miliardi di dollari firmati con il Giappone la scorsa settimana, espanderà i legami tra le potenze transatlantiche dopo anni di quello che ha definito un trattamento iniquo degli esportatori americani.
L’impatto sui mercati finanziari europei
I mercati azionari europei hanno aperto in rialzo lunedì, con lo STOXX 600 ai massimi da quattro mesi e tutte le altre principali borse in territorio positivo. I settori tecnologico e sanitario hanno guidato i guadagni. “Il tasso del 15% è migliore di quanto il mercato temesse”, ha commentato Mohit Kumar, economista di Jefferies. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha accolto positivamente l’accordo, affermando che ha evitato un conflitto commerciale che avrebbe colpito duramente l’economia tedesca orientata all’export e il suo importante settore automobilistico.
Le perplessità del governo francese
I ministri del governo francese hanno dichiarato lunedì che l’accordo presenta alcuni meriti – come le esenzioni sperate per settori chiave come quello degli alcolici – ma rimane comunque non equilibrato. Il ministro dell’Industria Marc Ferracci ha sottolineato che saranno necessari ulteriori negoziati, potenzialmente della durata di settimane o mesi, prima che l’accordo possa essere formalmente concluso. “Questa non è la fine della storia”, ha dichiarato a RTL radio.
Le reazioni del mondo industriale europeo
Le aziende europee si sono trovate divise tra sollievo e preoccupazione per l’accordo raggiunto. “Chi si aspetta un uragano è grato per una tempesta”, ha commentato Wolfgang Große Entrup, capo dell’Associazione dell’Industria Chimica Tedesca VCI. “Un’ulteriore escalation è stata evitata. Tuttavia, il prezzo è alto per entrambe le parti. Le esportazioni europee perdono competitività. I clienti americani pagano i dazi”.
Performance dei titoli industriali
Le azioni di Stellantis sono salite del 3,5% e il produttore di componenti auto Valeo è balzato del 4,7%, mentre il gruppo farmaceutico tedesco Merck KGaA è cresciuto del 2,9%, segnalando il sollievo per questi settori.
Le questioni ancora aperte nell’accordo
Tra le numerose domande che rimangono senza risposta, c’è come la promessa dell’UE di investire centinaia di miliardi di dollari negli Stati Uniti e aumentare drasticamente gli acquisti di energia possa trasformarsi in realtà. Non è immediatamente chiaro se siano stati presi impegni specifici per aumentare gli investimenti o se i dettagli debbano ancora essere definiti.
La sfida energetica dell’accordo
Mentre l’UE si è impegnata a effettuare acquisti strategici per 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni, inclusi petrolio, gas naturale liquefatto (LNG) e combustibile nucleare, gli Stati Uniti faranno fatica a produrre abbastanza per soddisfare questa domanda. Sebbene la capacità di produzione di LNG degli Stati Uniti sia destinata a quasi raddoppiare nei prossimi quattro anni, non sarà comunque sufficiente per aumentare le forniture all’Europa, e la produzione di petrolio dovrebbe essere inferiore alle previsioni precedenti per quest’anno.
Prospettive future per gli investimenti globali
Nonostante le incognite persistenti, gli analisti hanno sottolineato che l’accordo contribuisce comunque a ridurre l’incertezza. I prezzi del petrolio sono saliti lunedì, così come l’euro. “Ora che c’è maggiore chiarezza, si può pensare che non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, ci sarà un po’ più di disponibilità a guardare agli investimenti, alle espansioni e a dove si trovano le opportunità”, ha affermato Rodrigo Catril, senior currency strategist presso National Australia Bank. L’accordo rappresenta quindi un compromesso che, pur non soddisfacendo pienamente le aspettative europee, offre una base per la stabilità commerciale transatlantica in un periodo di crescenti tensioni geopolitiche.