Il dollaro trova supporto tra inflazione dei servizi e attese di taglio tassi

Il ribasso del dollaro statunitense ha mostrato segnali di rallentamento lunedì, mentre gli operatori valutavano un rapporto ISM dei servizi dai risultati contrastanti e nuovi sviluppi politici legati alla Federal Reserve. Sebbene l’indice PMI si sia mantenuto appena sopra la soglia di contrazione, le pressioni inflazionistiche hanno registrato un’impennata significativa, complicando le decisioni di politica monetaria della Fed. I mercati continuano a scontare un taglio dei tassi a settembre, mentre emergono speculazioni su possibili nomine di candidati accomodanti alla Fed da parte di Trump, inclusa la potenziale sostituzione del presidente Jerome Powell. Il rimbalzo del dollaro si è arrestato vicino a livelli tecnici cruciali, lasciando i trader nell’incertezza se i recenti guadagni rappresentino solo una correzione o un massimo definitivo.

Settore servizi USA: crescita debole ma inflazione in accelerazione

Il settore dei servizi statunitense ha registrato un’espansione minima a luglio, secondo l’ultima indagine ISM sul settore non manifatturiero. L’indice PMI dei servizi si è attestato a 50,1, evitando per un soffio la contrazione dopo il 49,9 di maggio. Il dato rimane significativamente al di sotto della media degli ultimi 12 mesi di 52,3 e del picco di 55,8 raggiunto nell’ottobre 2023.

Dettaglio dei componenti dell’indice ISM

Attività commerciale: espansione rallentata a 52,6 (dal precedente 54,2) – Nuovi ordini: indebolimento a 50,3 – Occupazione: contrazione per il secondo mese consecutivo, scendendo a 46,4 – Ordini arretrati: contrazione per il quinto mese, salendo a 44,3 da 42,4, segnalando un continuo calo della domanda – Ordini export: in contrazione, presumibilmente a causa dell’impatto dei dazi sulla domanda estera Il dato più rilevante è stato l’inflazione: l’indice dei prezzi pagati è balzato a 69,9, il livello più alto da ottobre 2022. Ben 15 dei 18 settori industriali hanno riportato prezzi più elevati a luglio, evidenziando la persistenza delle pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi.

Mercato dei futures e aspettative di politica monetaria

Nonostante le prospettive di crescita debole, i Fed Fund Futures continuano ad assegnare una probabilità elevata (92,9%) a un taglio dei tassi a settembre. Tuttavia, i mercati hanno ridimensionato le aspettative da tre a due tagli nel 2025, con il prossimo probabile taglio di 25 punti base previsto per ottobre con una probabilità del 58,6%. Il rapporto sui non-farm payrolls di venerdì, inferiore alle attese, ha innescato un brusco calo del dollaro USA e dei rendimenti dei Treasury, mentre i trader hanno rinnovato le scommesse su una politica Fed più accomodante.

Sviluppi politici e nomine Fed

Sul fronte politico, l’ex presidente Donald Trump ha annunciato una lista ristretta di quattro candidati per sostituire Adriana Kugler nel Board of Governors della Fed, dichiarando che prenderà una decisione “entro la fine della settimana”. Ha inoltre aggiunto che il suo candidato potrebbe essere considerato anche per la presidenza della Fed. Questo pone Christopher Waller sotto i riflettori, dato il suo esplicito sostegno ai tagli dei tassi a luglio, rendendolo un potenziale sostituto di Jerome Powell in caso di rielezione di Trump.

blank

Analisi tecnica del Dollar Index (DXY)

Il Dollar Index ha registrato un movimento correttivo al rialzo dal minimo di giugno, riuscendo a toccare quota 100 durante la sua settimana più rialzista da novembre, chiudendo con una forte candela engulfing rialzista. Tuttavia, con Trump che segnala piani per nominare candidati di orientamento dovish alla Fed e i dati USA che mostrano segnali di debolezza, rimane scetticismo sul potenziale di ulteriore rialzo del dollaro.

Segnali tecnici chiave

Il grafico giornaliero mostra una prominente candela engulfing ribassista formatasi vicino a 100 dopo il debole rapporto NFP di venerdì, potenzialmente segnando un importante massimo di swing. Tuttavia, il prezzo sta consolidando in un range ristretto sopra la EMA a 10 giorni e la EMA a 20 giorni, lasciando aperta la possibilità di un rimbalzo minore prima di un’eventuale ulteriore discesa. La combinazione di dati economici contrastanti, aspettative di politica monetaria accomodante e incertezza politica suggerisce che il dollaro potrebbe affrontare pressioni ribassiste nel breve termine, nonostante i recenti tentativi di stabilizzazione.