Il dollaro perde terreno su tutti i fronti

Il biglietto verde mostra debolezza generalizzata, cedendo terreno contro quasi tutte le principali valute mondiali. Le persistenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina dominano l’attenzione degli investitori, mentre i rendimenti dei Treasury americani mantengono un tono debole nonostante le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell. Il paradosso attuale vede i partecipanti al mercato richiedere un premio maggiore per detenere dollari, data l’incertezza politica e il prolungato shutdown del governo federale, con entrambe le parti che mostrano scarsa volontà di compromesso.

La Cina mantiene la calma sul fronte valutario

Contrariamente alle aspettative di molti analisti, Pechino non ha utilizzato il tasso di cambio come arma nelle tensioni commerciali. La People’s Bank of China ha fissato il tasso di riferimento del dollaro al livello più basso dallo scorso novembre, segnalando una gestione prudente della situazione. Nel frattempo, l’oro continua la sua corsa al rialzo, toccando un nuovo massimo storico leggermente oltre i 4.218 dollari l’oncia, con un guadagno di circa 100 dollari rispetto alla chiusura della settimana precedente.

Rally sincronizzato di obbligazioni e azioni

I mercati obbligazionari mostrano un movimento al ribasso dei rendimenti generalizzato. I benchmark decennali europei registrano cali di 2-3 punti base, con i Gilt britannici che guidano il movimento con oltre 4 punti base, portando il rendimento sotto il 4,55%.

Francia: si allenta la tensione politica

L’impasse politica francese sembra in via di risoluzione, con lo spread Francia-Germania che si restringe a circa 78 punti base, il livello più basso da inizio settembre. Il rendimento del Treasury decennale americano oscilla leggermente sopra il 4%.

Mercati azionari in forte rialzo

I principali mercati azionari dell’Asia-Pacifico hanno registrato guadagni superiori all’1%, con il Kospi sudcoreano in testa con un balzo del 2,7%. Lo Stoxx 600 europeo avanza dello 0,7%, mentre i futures sull’S&P 500 salgono dello 0,5% e quelli sul Nasdaq dello 0,8%.

Analisi delle principali valute

Dollar Index: range trading persistente

Il Dollar Index rimane confinato nel range stabilito giovedì scorso (98,70-99,55). Dopo aver sfiorato la resistenza superiore ieri (99,50), è stato venduto fino al minimo a quattro giorni vicino a 98,75. Nonostante la narrativa comune dipinga Powell come dovish, le probabilità di un taglio dei tassi questo mese sono leggermente diminuite nei futures sui Fed funds (dal 99,2% al 97,6%). Il rendimento del biennale USA ha toccato il minimo annuale sopra il 3,48%.

Euro: resistenza tecnica in vista

La moneta unica ha tenuto il minimo di giovedì scorso per un centesimo, secondo Bloomberg, poco sotto 1,1545$ prima di recuperare e chiudere sopra 1,16$, dove scadono opzioni significative oggi e domani. Due fattori pesano sull’euro: – Dati economici deboli: i quattro maggiori membri dell’eurozona hanno riportato cali nella produzione industriale di agosto – Instabilità politica in Francia: situazione che potrebbe migliorare dopo i compromessi del Primo Ministro Lecornu sul budget

Yuan cinese: PBOC mantiene approccio graduale

Il dollaro è stato respinto da quasi 7,15 CNH ieri e, incoraggiato dal fixing più basso della PBOC, è sceso a circa 7,1250 CNH, l’estremità inferiore del suo range recente. I dati cinesi mostrano un rallentamento delle forze deflazionistiche a settembre, con il CPI in calo dello 0,3% su base annua rispetto al -0,4% di agosto. Escludendo cibo ed energia, l’inflazione core cinese è all’1%.

Yen giapponese: volatilità pre-elezioni

Il dollaro/yen ha toccato un minimo a sei giorni a 150,90, recuperando poi verso 151,40. Il voto della Dieta per il primo ministro si terrà il 21 ottobre, con Takaichi che potrebbe essere sconfitta solo se i partiti di opposizione riusciranno a convergere su un candidato unico.

Sterlina britannica: rimbalzo dopo i dati occupazionali

L’aumento della disoccupazione nel Regno Unito ha spinto la sterlina al minimo dal 1° agosto a quasi 1,3250$. Il recupero l’ha portata verso 1,3375$ oggi. Domani il Regno Unito pubblicherà il PIL di agosto, con aspettative di crescita dello 0,1%.

Dollaro canadese: il più debole del G10

In un contesto di avversione al rischio, il dollaro USA ha raggiunto 1,4080 CAD, il miglior livello in sei mesi. Il Canada affronta tariffe USA sostanziali sul legname, con un’aliquota combinata di circa il 45% sul legname dolce.

Dollaro australiano: tensioni USA-Cina pesano

Le crescenti tensioni sino-americane hanno colpito l’Aussie, che è sceso da circa 0,6610$ a 0,6440$. Oggi mostra segni di recupero verso 0,6520$. Domani l’Australia pubblicherà i dati occupazionali di settembre, con aspettative di 20.000 nuovi posti di lavoro.

Peso messicano: pressioni dal sentiment risk-off

Il dollaro ha trovato resistenza avvicinandosi al massimo pre-weekend (~18,6375 MXN), ritirandosi poi sotto 18,45 MXN. Le valute latinoamericane sono state tra le peggiori performer nei mercati emergenti, con peso cileno, real brasiliano e peso messicano tutti in calo significativo.