Le tensioni commerciali si intensificano mentre l’Europa cerca equilibrio

Mentre i negoziati tra Cina e Stati Uniti restano in stallo in attesa del confronto tra Xi Jinping e Donald Trump, le frizioni commerciali continuano a crescere. Washington ha appena innalzato i dazi su alluminio e acciaio al 50%, creando un contesto di forte pressione per l’Europa. In questo scenario, Parigi diventa il centro di intense manovre diplomatiche questa settimana, a margine degli incontri WTO e OCSE.

La stretta cinese sulle terre rare colpisce l’industria globale

Pechino, che raffina il 92% delle terre rare mondiali, sta inasprendo la propria politica di esportazione. Le autorità cinesi hanno intensificato le ispezioni per combattere l’estrazione illegale, seguendo una direttiva del governo centrale. Non è stato annunciato alcun allentamento delle restrizioni all’export imposte a inizio aprile su sette minerali critici, nonostante le discussioni tenutesi a Ginevra a metà maggio. Le esportazioni cinesi di magneti alle terre rare verso gli Stati Uniti sono crollate del 58,5% in aprile, nel momento di massima tensione. La Casa Bianca accusa la Cina di tradire i propri impegni e annuncia che sono previsti colloqui tra i due leader nel prossimo futuro.

L’impatto sull’industria europea

Le restrizioni cinesi pesano particolarmente sull’industria europea, soprattutto sul settore dei veicoli elettrici che necessita di magneti per i motori. La Cina detiene le leve per utilizzare questa carta strategica nel confronto commerciale globale.

Escalation nelle relazioni Cina-Europa

Bruxelles potrebbe presto annunciare restrizioni all’accesso dei produttori cinesi di dispositivi medici ai propri mercati degli appalti pubblici. Questa misura senza precedenti si basa su un’indagine europea che ha concluso che Pechino sta attuando pratiche commerciali sleali, limitando l’accesso dei fornitori europei di dispositivi medici ai propri mercati pubblici. Se adottata, sarà la prima volta che l’UE attiva il suo “strumento per gli appalti pubblici” (IPI), un meccanismo entrato in vigore nel 2022 per stabilire reciprocità commerciale.

La guerra del cognac

Un altro fronte caldo riguarda il cognac. Da novembre, Pechino ha imposto misure antidumping temporanee sui brandy europei, principalmente francesi, come ritorsione per l’indagine europea sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici. Gli importatori devono pagare un deposito all’ingresso dei prodotti. L’industria stima perdite di 50 milioni di euro al mese.

L’Europa in equilibrio tra Washington e Pechino

Di fronte a queste minacce al libero scambio, Europa e Cina cercano di appianare le divergenze, soprattutto perché entrambe si sentono nel mirino della strategia statunitense. L’UE cammina su un filo sottile tra le due superpotenze. Numerosi ministri del commercio si sono riuniti a Parigi questa settimana per cercare soluzioni. Il Commissario europeo Maros Sefcovic ha incontrato separatamente il suo omologo cinese Wang Wentao e il rappresentante americano Jamieson Greer, mostrandosi ottimista sullo stato delle discussioni con gli Stati Uniti.

Le scadenze cruciali

L’Europa sta tentando di ridurre la propria dipendenza economica evitando di irritare Washington. Donald Trump ha già ripristinato dazi del 50% su acciaio e alluminio europei e minaccia di estendere queste sanzioni se non si raggiunge un accordo entro il 9 luglio. Due scadenze incombono: – Un accordo deve essere firmato con gli Stati Uniti prima del 9 luglio per evitare sovrattasse generalizzate – Un vertice sino-europeo a metà luglio per celebrare i 50 anni di relazioni tra Bruxelles e Pechino

Diplomazia sotto pressione a Parigi

Gli incontri parigini mirano a disinnescare le tensioni commerciali. Nessun accordo importante è stato annunciato dopo lo scambio tra il ministro francese del Commercio estero Laurent Saint-Martin e Wang Wentao. Il ministro francese ha comunque avvertito: “La Francia non scenderà a compromessi sulla protezione dei suoi settori, come il cognac”. Wang Wentao ha espresso la speranza che la Francia spinga Bruxelles ad adottare una posizione più costruttiva. Ha anche incontrato Maros Sefcovic per discussioni descritte come “franche e approfondite” sulle relazioni economiche sino-europee.

Segnali di distensione ma nessuna svolta

Nulla di dirompente era atteso nei negoziati paralleli con il rappresentante commerciale statunitense Jamieson Greer. Non ci sono state svolte spettacolari, ma sono stati evidenziati segnali di pacificazione e “buona volontà”, giustificando che le questioni da risolvere sono troppo complesse per essere risolte rapidamente.

Il G7 sotto i riflettori

L’attenzione si sposta ora sul prossimo incontro del G7 in Canada dal 15 al 17 giugno. Vi parteciperanno i leader di Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Canada e Francia, oltre a Volodymyr Zelensky, invitato da Mark Carney. Friedrich Merz, il cancelliere tedesco, è l’unico leader europeo che non ha ancora incontrato Donald Trump. L’incontro avverrà giovedì 5 giugno, rappresentando un momento cruciale per definire la posizione europea nel complesso scacchiere delle relazioni commerciali globali.