La Banca d’Inghilterra riduce i tassi di interesse in un contesto economico complesso
La Bank of England ha deciso di tagliare i tassi di interesse dal 4,25% al 4% durante la riunione di politica monetaria di giovedì, proseguendo quello che l’istituto definisce un approccio “graduale e prudente” all’allentamento monetario. La decisione, ampiamente prevista dai mercati, è stata presa con un margine estremamente ridotto che riflette le divisioni interne sul percorso da seguire. Il Monetary Policy Committee (MPC), composto da nove membri, ha votato con una maggioranza di 5 contro 4 per ridurre il Bank Rate di 25 punti base, anziché mantenerlo invariato. La sterlina britannica ha reagito positivamente alla notizia, guadagnando lo 0,5% contro il dollaro e raggiungendo quota 1,3424$.
Le sfide della politica monetaria britannica
I responsabili della politica monetaria si trovano a dover bilanciare diversi fattori contrastanti. Da un lato, l’inflazione rimane persistente: l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito al 3,6% a giugno dal 3,4% di maggio, superando le aspettative degli analisti. Dall’altro, il mercato del lavoro mostra segnali di raffreddamento e la crescita economica langue, con il PIL britannico che ha registrato una contrazione dello 0,1% su base mensile a maggio. In una dichiarazione ufficiale, la banca centrale ha sottolineato che il MPC “rimane concentrato nell’eliminare qualsiasi pressione inflazionistica esistente o emergente, per riportare l’inflazione in modo sostenibile all’obiettivo del 2% nel medio termine”.
Un processo decisionale complesso
Il processo di voto ha rivelato le profonde divisioni all’interno del comitato. Inizialmente, quattro membri volevano mantenere i tassi invariati, quattro hanno votato per il taglio e un membro ha proposto una riduzione più aggressiva di 50 punti base. È stato necessario un secondo turno di votazioni per raggiungere la decisione finale di tagliare i tassi di 25 punti base.
Le prospettive secondo il Governatore Bailey
Il Governatore Andrew Bailey ha descritto la situazione come “finemente bilanciata” in termini di fattori che guidano la politica monetaria. In un’intervista esclusiva, Bailey ha evidenziato: “C’è un rischio al rialzo per l’inflazione, in particolare per quanto riguarda la possibilità che l’attuale aumento possa persistere più del previsto. Non ce lo aspettiamo, ma potrebbe accadere?” Bailey ha aggiunto che questo rischio deve essere valutato nel contesto delle condizioni del mercato del lavoro, che sembrano in fase di ammorbidimento. Durante la conferenza stampa, ha ribadito l’importanza di “non tagliare il Bank Rate troppo rapidamente o in misura eccessiva”, pur riconoscendo che “ci sono buone ragioni per pensare che questo aumento dell’inflazione principale non persisterà”.
Reazioni del mercato e prospettive future
Il Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves ha accolto favorevolmente la decisione, definendola una “buona notizia che aiuta a ridurre il costo di mutui e prestiti per famiglie e imprese”. Si tratta del quinto taglio dei tassi dalle ultime elezioni generali di luglio 2024. George Brown, economista senior di Schroders, ha commentato che mentre il taglio non sorprende, “il percorso futuro è tutt’altro che chiaro”. Ha sottolineato come i dati su occupazione, crescita e inflazione richiedano prescrizioni politiche diverse, come dimostrato dai due turni di votazione senza precedenti necessari per raggiungere la maggioranza.
Divergenze nelle previsioni degli economisti
Le opinioni degli esperti sul futuro della politica monetaria britannica divergono significativamente. Brown ritiene che la nervosità sul mercato del lavoro potrebbe spingere verso un altro taglio a novembre, ma avverte che “sarà difficile da giustificare a meno che la disinflazione non sia chiaramente in corso”. Prevede una “buona possibilità” che i tassi non scendano sotto l’attuale 4% quest’anno. Altri economisti sono più ottimisti. Ashley Webb di Capital Economics sostiene che “la debolezza del mercato del lavoro significa che è solo questione di tempo prima che la crescita salariale e l’inflazione rallentino a livelli coerenti con l’obiettivo di inflazione del 2%”. La sua previsione vede i tassi scendere dal 4,25% attuale al 3% entro il 2026, sotto il minimo del 3,5% attualmente prezzato dai mercati finanziari.
Il mercato del lavoro: fattore chiave ma senza evidenze definitive
Gli analisti di ING, James Smith e Chris Turner, hanno identificato il mercato del lavoro come la questione centrale, notando che “la capacità inutilizzata sta indubbiamente aumentando”. I dati mostrano che il numero di dipendenti è diminuito in sette degli ultimi otto mesi, il tasso di disoccupazione è aumentato di alcuni decimi di punto percentuale quest’anno e i dati sulle offerte di lavoro di Indeed suggeriscono che il mercato del lavoro britannico si è raffreddato più che in altre grandi economie. Tuttavia, gli stessi analisti avvertono che si tratta di una “storia a lento sviluppo”, con gran parte della debolezza concentrata nel settore dell’ospitalità, colpito in modo sproporzionato dai recenti aumenti fiscali del governo sul salario minimo nazionale e sulle imposte sui salari. La Bank of England ha ribadito che il tempismo e il ritmo delle future riduzioni dipenderanno dalla misura in cui le pressioni disinflazionistiche sottostanti continueranno ad allentarsi, mantenendo il suo approccio “graduale e prudente” alla normalizzazione della politica monetaria.