La decisione di politica monetaria di luglio

La Bank of Canada ha deciso di mantenere il tasso di interesse di riferimento al 2,75%, una scelta che riflette il complesso scenario economico attuale dominato dall’incertezza sui dazi commerciali statunitensi. Il Governatore ha presentato questa decisione insieme al Senior Deputy Governor Carolyn Rogers, delineando tre considerazioni fondamentali che hanno guidato il Consiglio Direttivo.

I tre pilastri della decisione

L’incertezza sui dazi americani

Il primo elemento chiave riguarda l’elevata incertezza sulla politica tariffaria degli Stati Uniti nei confronti del Canada. Le discussioni bilaterali sono ancora in corso, ma la direzione della politica commerciale americana rimane imprevedibile, rendendo difficile per la banca centrale canadese formulare previsioni economiche convenzionali.

La resilienza dell’economia canadese

Nonostante le disruzioni commerciali causate dai dazi USA, l’economia canadese sta mostrando segnali di resilienza. Questo aspetto positivo ha contribuito alla decisione di mantenere invariati i tassi, suggerendo che il sistema economico nazionale sta assorbendo meglio del previsto gli shock esterni.

Le pressioni inflazionistiche sottostanti

L’inflazione si trova vicina all’obiettivo del 2%, ma emergono evidenze di pressioni inflazionistiche sottostanti che richiedono un monitoraggio attento. Questo equilibrio delicato tra stabilità dei prezzi e rischi latenti ha influenzato la scelta di una politica monetaria prudente.

Un approccio innovativo: tre scenari invece di previsioni tradizionali

Per la seconda volta consecutiva dopo aprile, la Bank of Canada ha abbandonato le previsioni economiche convenzionali, optando per un approccio basato su tre scenari alternativi:

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Scenario dei dazi attuali

Il primo scenario assume che gli accordi commerciali attualmente in vigore rimangano stabili. In questo caso, la crescita del PIL canadese riprenderà dopo la contrazione del secondo trimestre, con un’espansione dell’1% nella seconda metà del 2025 e un graduale rafforzamento fino al 2% nel 2027.

Scenario di escalation

Questo scenario contempla un inasprimento dei dazi, che porterebbe a un indebolimento dell’economia e a maggiori pressioni sui costi, con impatti negativi sulla crescita e rischi inflazionistici al rialzo.

Scenario di de-escalation

L’ipotesi più ottimistica prevede una riduzione delle tensioni commerciali, che migliorerebbe le prospettive di crescita e ridurrebbe le pressioni dirette sui prezzi.

L’economia globale e gli impatti dei dazi

Le conseguenze economiche globali della politica commerciale USA sono state finora meno severe del temuto. L’economia americana mostra segni di moderazione nella crescita, ma il mercato del lavoro rimane solido. La Cina ha compensato il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti aumentando le vendite verso altri mercati. In Canada, il primo trimestre del 2025 ha registrato una crescita robusta, principalmente dovuta alle aziende che hanno accelerato le esportazioni per anticipare i dazi. Il secondo trimestre ha visto invece una contrazione, con un forte calo delle esportazioni verso gli USA.

Il mercato del lavoro canadese sotto pressione

Il mercato del lavoro mostra segnali contrastanti. Mentre i settori dipendenti dal commercio con gli USA registrano perdite di posti di lavoro, altri comparti dell’economia continuano a creare occupazione. Il tasso di disoccupazione è salito modestamente al 6,9%, riflettendo un aumento dell’eccesso di offerta nell’economia.

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Dinamiche inflazionistiche e prospettive

L’inflazione CPI è stata spinta al ribasso dall’eliminazione della carbon tax e si trova appena sotto il 2%. Tuttavia, diversi indicatori suggeriscono che l’inflazione sottostante sia aumentata dal 2% della seconda metà dello scorso anno a circa il 2,5% più recentemente.

I driver dell’inflazione

L’aumento riflette principalmente un incremento dei prezzi dei beni non energetici. I costi abitativi rimangono il principale contributore all’inflazione CPI, anche se stanno mostrando segni di rallentamento. Le aspettative inflazionistiche delle imprese sono diminuite dopo l’aumento del primo trimestre, mentre quelle dei consumatori non sono ancora scese.

Strategia di politica monetaria e rischi futuri

Il Consiglio Direttivo ha raggiunto un consenso chiaro per mantenere invariato il tasso di policy. La banca centrale procederà con cautela, prestando particolare attenzione ai rischi e alle incertezze che l’economia canadese deve affrontare: – L’entità della riduzione della domanda di export canadesi causata dai dazi USA – Gli effetti a cascata su investimenti aziendali, occupazione e spesa delle famiglie – La velocità e l’intensità del trasferimento dei costi tariffari sui prezzi al consumo – L’evoluzione delle aspettative inflazionistiche

Prospettive per i tassi di interesse

La Bank of Canada valuterà attentamente il bilanciamento tra le pressioni al ribasso sull’inflazione derivanti da un’economia più debole e le pressioni al rialzo causate dai maggiori costi legati ai dazi e alla riconfigurazione del commercio internazionale. Se l’indebolimento economico dovesse esercitare ulteriori pressioni al ribasso sull’inflazione e le spinte inflazionistiche derivanti dalle disruzioni commerciali rimanessero contenute, potrebbe emergere la necessità di una riduzione del tasso di policy. L’obiettivo primario rimane garantire che i canadesi mantengano fiducia nella stabilità dei prezzi durante questo periodo di sconvolgimenti globali, supportando al contempo la crescita economica e mantenendo l’inflazione sotto controllo.

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