Mercati azionari mondiali ai massimi storici
I mercati azionari globali hanno raggiunto nuovi massimi storici mercoledì, con l’indice MSCI All Country World che ha toccato quota 951,74 punti, il livello più alto mai registrato. La performance positiva è stata trainata dai dati sull’inflazione americana più contenuti del previsto e dalle crescenti aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve il prossimo mese.
Performance dei principali listini
Il Nikkei giapponese ha superato per la prima volta la soglia dei 43.000 punti, segnando un nuovo record storico per il secondo giorno consecutivo e registrando la sesta seduta positiva di fila. Le borse europee hanno mostrato rialzi generalizzati, con il listino tedesco in crescita dello 0,6% e il settore della difesa che ha guidato i guadagni con un incremento dell’1,2%. I futures sull’S&P 500 hanno raggiunto anch’essi livelli record, indicando un’apertura positiva di Wall Street con un rialzo atteso dello 0,2%.
Sentiment positivo in Giappone
Un sondaggio Reuters che monitora l’indagine trimestrale della Bank of Japan ha evidenziato un miglioramento dell’indice di fiducia dei produttori giapponesi per il secondo mese consecutivo. Inoltre, i dati sull’inflazione all’ingrosso di luglio hanno mostrato un rallentamento, confermando la visione della banca centrale secondo cui le pressioni sui prezzi derivanti dai costi delle materie prime si stanno attenuando.
Inflazione USA e politica monetaria
I dati sull’inflazione americana pubblicati martedì hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato leggermente meno delle previsioni su base annua fino a luglio. Questo suggerisce che i dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump non si sono ancora tradotti in aumenti significativi dei prezzi al consumo. Gli analisti di Deutsche Bank hanno commentato: “Il fatto che il CPI sia stato sostanzialmente in linea con le attese è stato accolto con sollievo, portando a guadagni azionari e spread creditizi più stretti mentre gli investitori diventano sempre più fiduciosi riguardo a un altro taglio dei tassi”.
Probabilità di taglio dei tassi Fed
I trader stanno ora prezzando una probabilità del 98% di un taglio dei tassi a settembre, in netto aumento rispetto al 57% di un mese fa, secondo il CME FedWatch tool. Questo rappresenta un cambiamento significativo nelle aspettative del mercato, alimentato dai recenti dati economici.
Movimenti sul mercato valutario
Il dollaro americano ha mostrato debolezza generalizzata. L’indice del dollaro, che misura il biglietto verde contro un paniere di valute principali, è sceso per il secondo giorno consecutivo toccando il minimo di due settimane a 97,70, con un calo dello 0,3%. Le principali dinamiche valutarie includono: – USD/JPY: il dollaro ha perso lo 0,2% contro lo yen, scendendo a 147,52 – EUR/USD: l’euro si è rafforzato dello 0,3% a 1,1711 dollari, dopo un balzo dello 0,5% nella sessione precedente
Criptovalute in rialzo
Nel mercato delle criptovalute, Ethereum ha raggiunto il massimo da quasi quattro anni, superando i 4.710 dollari, beneficiando del generale appetito per il rischio degli investitori.
Sviluppi politici e impatto sui mercati
Il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che sospende per altri 90 giorni l’imposizione di dazi a tre cifre sulle importazioni cinesi, contribuendo all’ottimismo del mercato. Inoltre, ha nominato Stephen Miran, consulente della Casa Bianca, per occupare temporaneamente un posto vacante nel consiglio della Federal Reserve, alimentando speculazioni su possibili interferenze presidenziali nella politica monetaria. Chris Weston, responsabile della ricerca presso Pepperstone, ha osservato che le speculazioni sulla possibile sospensione del rapporto mensile sull’occupazione “non hanno fatto favori al dollaro USA e avrebbero solo incentivato gli investitori stranieri a rivedere i loro rapporti di copertura sugli investimenti statunitensi”.
Mercati obbligazionari e materie prime
Nel mercato obbligazionario, i rendimenti dei titoli tedeschi a 30 anni sono scesi mercoledì, ritirandosi dal massimo di 14 anni toccato il giorno precedente, causato dall’incertezza legata agli sforzi di Trump per porre fine alla guerra in Ucraina. Sul fronte delle materie prime, il petrolio greggio statunitense ha registrato un lieve calo dello 0,2%, attestandosi a 62,99 dollari al barile.