Il paradosso dell’intelligenza artificiale: tra entusiasmo eccessivo e rivoluzione reale

Sam Altman, CEO di OpenAI e figura centrale nel boom dell’intelligenza artificiale iniziato con ChatGPT alla fine del 2022, sta lanciando segnali contrastanti sul futuro del settore. Da un lato riconosce apertamente l’esistenza di una possibile bolla speculativa, dall’altro continua a pianificare investimenti miliardari in infrastrutture. Durante una recente cena con giornalisti, Altman ha espresso preoccupazioni concrete: startup con poco più di una presentazione stanno raccogliendo centinaia di milioni di dollari, mentre le valutazioni hanno raggiunto livelli che lui stesso definisce “folli”. Il capitale sta inseguendo quello che chiama un “nucleo di verità” con velocità febbrile.

OpenAI pronta a spendere trilioni in datacenter

Nonostante gli avvertimenti sulla possibile bolla, Altman mantiene una visione ambiziosa per il futuro. “Dovete aspettarvi che OpenAI spenda trilioni di dollari nella costruzione di datacenter in un futuro non molto distante”, ha dichiarato, anticipando le critiche degli economisti che definiranno questi investimenti come sconsiderati. L’azienda sta già guardando oltre la capacità cloud di Microsoft Azure. Secondo quanto rivelato, OpenAI ha firmato un accordo con Google Cloud nella primavera e sta esplorando ulteriori opzioni, poiché la domanda di potenza computazionale supera quanto qualsiasi singolo hyperscaler possa offrire.

La corsa agli investimenti dei giganti tecnologici

Non è solo OpenAI a spingere sull’acceleratore. I colossi tecnologici stanno tutti aumentando drasticamente i loro investimenti in infrastrutture AI: – Microsoft: punta a 120 miliardi di dollari di spese in conto capitale per l’intero anno – Amazon: supera i 100 miliardi di dollari – Alphabet: ha alzato le previsioni a 85 miliardi di dollari – Meta: ha portato il limite superiore del suo range di capex a 72 miliardi di dollari

Gli analisti vedono opportunità più che rischi

Dan Ives di Wedbush, intervenendo su CNBC, ha sottolineato come la domanda di infrastrutture AI sia cresciuta del 30-40% negli ultimi mesi. Pur riconoscendo “un po’ di schiuma” in alcune parti del mercato, Ives sostiene che la rivoluzione dell’AI con i sistemi autonomi sia solo all’inizio: “Siamo al secondo inning di una partita da nove inning”. Rob Rowe di Citi respinge i paragoni con la bolla dotcom degli anni ’90. “Allora c’erano molte situazioni di overleveraging e aziende senza utili. Oggi parliamo di società con profitti solidi e forte cash flow che finanziano la crescita attraverso la generazione interna di cassa”, ha spiegato.

Segnali di allarme dal mercato asiatico

Non tutti condividono l’ottimismo del mercato. Joe Tsai, co-fondatore di Alibaba, aveva lanciato avvertimenti sui rischi di una bolla AI negli Stati Uniti già a marzo, ben prima che gli hyperscaler aumentassero le loro guidance di spesa. Durante il Global Investment Summit di HSBC a Hong Kong, Tsai si era detto stupito dalla scala degli investimenti in datacenter in discussione, mettendo in dubbio la necessità di spendere centinaia di miliardi e segnalando preoccupazione per le aziende che iniziano a costruire datacenter “speculativamente”, senza una domanda chiara.

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La visione storica di Altman: dal crollo alla trasformazione

Altman vede questi cicli come parte del ritmo naturale del progresso tecnologico. Il crollo delle dotcom ha spazzato via decine di aziende, ma ha anche dato origine all’internet moderno. Si aspetta che l’AI segua un percorso simile: alcuni fallimenti di alto profilo, seguiti da una trasformazione duratura. “Penso che alcuni investitori si scotteranno parecchio, e questo è spiacevole. Non voglio minimizzarlo”, ha ammesso. “Ma nel complesso, credo che il valore creato dall’AI per la società sarà enorme.” La sfida per gli investitori sarà distinguere tra l’entusiasmo giustificato per una tecnologia rivoluzionaria e l’esuberanza irrazionale che potrebbe portare a perdite significative. Mentre il settore continua la sua corsa frenetica, la domanda rimane: siamo di fronte alla prossima grande rivoluzione tecnologica o alla prossima grande bolla speculativa?