L’order flow è una delle tecniche più avanzate nel trading sul mercato Forex. Consente di osservare non solo ciò che accade nei prezzi, ma anche come e perché avvengono determinati movimenti, analizzando i flussi reali di ordini che attraversano il book.

Non stupisce che negli ultimi decenni siano emerse varianti via via più efficaci. Una di queste chiama in causa il grafico footprint. Ne parliamo qui.

Cos’è l’order flow

Prima di parlare di footprint o strumenti avanzati, è fondamentale capire cosa sia l’order flow in sé. L’order flow è lo studio degli ordini che entrano nel mercato: acquisti e vendite, sia limit che market, e soprattutto la loro interazione in tempo reale.

L’obiettivo è identificare chi sta controllando il mercato in un dato momento: i compratori o i venditori?

Questa informazione non è visibile in un grafico tradizionale a candele, che mostra solo i risultati finali dell’interazione tra offerta e domanda. L’order flow, invece, rivela come quei prezzi si sono formati: quanta pressione c’è stata, quante aggressioni, quanta passività.

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Il footprint chart, invece, è un tipo di grafico che organizza le informazioni dell’order flow in forma visiva. Come il più classico dei grafici, anche il footprint è composto da candele. Esse esprimono:

  • I volumi scambiati a ogni livello di prezzo;
  • La distinzione tra volumi aggressivi in acquisto (market buy) e in vendita (market sell);
  • Il delta tra acquisti e vendite;
  • Gli eventuali sbilanciamenti (imbalance) tra i due lati del book.

Esistono diversi tipi di footprint (bid/ask, delta, volume, etc.), ma tutti offrono una lettura granulare dei flussi reali, ben oltre il semplice grafico OHLC. Ecco che diventa possibile intercettare zone di interesse istituzionale, accumuli nascosti, esaurimenti di trend e molte altre dinamiche utili al trading.

Strumenti per l’order flow con footprint

L’analisi tramite footprint non si improvvisa: richiede strumenti specifici e l’abitudine a interpretare dati complessi. Ecco i principali.

Delta: capire la forza del movimento

Il delta misura la differenza tra volumi aggressivi in acquisto e in vendita. In pratica…

Delta = Market Buy Volume – Market Sell Volume

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Un delta positivo indica che i compratori sono stati più aggressivi, un delta negativo segnala predominanza di venditori.

Facciamo un esempio pratico. Grafico EUR/USD, candela con corpo rialzista ma delta negativo. Un tale assetto indica che il prezzo è salito solo per mancanza di offerta, non perché ci fosse reale pressione d’acquisto. Questo è un primo campanello d’allarme per un possibile falso breakout.

Il delta può essere analizzato:

  • A livello di candela singola;
  • Cumulativamente su una zona;
  • Confrontato rispetto alla media storica.

Imbalance: squilibri tra bid e ask

L’imbalance è una situazione in cui, a un determinato livello di prezzo, la quantità di ordini aggressivi in acquisto o in vendita supera di molto quella opposta, di solito con un rapporto minimo di 3:1 o 4:1.

Nel footprint chart, l’imbalance viene evidenziato graficamente (ad esempio con colori diversi), e rappresenta un tentativo di controllo del mercato da parte di una delle due fazioni.

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Su USD/JPY, si osserva un imbalance 4:1 in vendita nel cluster 147.820–147.840. Questo segnala un intervento forte dei venditori. Se il prezzo reagisce mantenendo la zona come resistenza, potremmo avere un setup short con stop appena sopra.

Gli imbalance sono utili per:

  • Identificare zone di entrata istituzionale;
  • Valutare la sostenibilità di un movimento;
  • Trovare zone chiave di breakout o inversione.

Cluster: lettura dei volumi “nascosti”

Il cluster è un’area di prezzo in cui si concentra un alto volume di scambi. Ma non è solo una questione di quantità: conta anche come si distribuiscono questi volumi tra bid e ask.

Nel footprint, i cluster possono rivelare:

  • Zone di assorbimento (prezzi stabili ma alti volumi);
  • Zone di esaurimento (volume alto ma incapace di spingere il prezzo);
  • Zone di accumulo (flat con volumi crescenti).

Ecco un esempio. Su GBP/USD, un cluster prolungato tra 1.2670 e 1.2675 con delta neutro potrebbe indicare che entrambe le parti stanno aprendo posizione, in attesa di un news flow. Il breakout successivo sarà molto più significativo se supportato da nuovi imbalance.

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La lettura dei cluster è particolarmente utile per:

  • Anticipare rotture di range;
  • Distinguere tra movimenti strutturali e manipolazioni;
  • Validare ingressi su livelli già noti (supply/demand, livelli tecnici).

Come difendersi dai falsi segnali

La maggiore minaccia per chi usa l’order flow è l’interpretazione errata. Esso genera una grande quantità di dati disponibili, i quali possono ingannare anche i trader esperti, specialmente in mercati volatili o a bassa liquidità. Ecco qualche consiglio utile.

Non usare l’order flow da solo

L’errore più comune è considerare l’order flow come unico indicatore decisionale. In realtà, è uno strumento che funziona meglio se combinato con una struttura preesistente: livelli tecnici, congiunzioni macro, orari strategici (apertura Londra, New York, fixing).

Usare l’order flow in assenza di contesto equivale a guardare una sezione del mercato, ma non il quadro completo.

Attenzione ai micro-imbalance

Non tutti gli imbalance sono significativi. Un piccolo squilibrio in una fascia di prezzo marginale, in un orario illiquido o su un livello secondario può generare segnali fuorvianti.

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Per difendersi sarebbe bene…

  • Filtrare per volume minimo assoluto;
  • Analizzare la durata del segnale;
  • Controllare la reazione del prezzo immediatamente successiva (es. assorbimento o continuazione).

Validazione multi-candela

Molti falsi segnali si smascherano mediante il confronto di più footprint consecutivi. Ad esempio:

  • Se in tre candele consecutive c’è delta crescente ma prezzo piatto, potrebbe verificarsi una trappola rialzista.
  • Se imbalance forti si alternano senza direzione, potrebbe verificarsi una perdita di controllo del mercato.

In questi casi, è meglio attendere conferme strutturali, piuttosto che anticipare l’ingresso.