Tutti i trader lo sanno: le strategie operative sono fondamentali per conferire efficacia alla propria azione di trading. Alcune si fondano sulla capacità di seguire i trend, altre invece si basano sulla possibilità di individuare momenti di inversione. Tra queste ultime, un posto di rilievo è occupato dalla mean reversion strategy, una metodologia che trae origine da concetti statistici e che negli anni ha trovato applicazione pratica nei mercati finanziari.

Ne parliamo qui. Spiegheremo cos’è la mean reversion, come si utilizza concretamente e quali sono i principali vantaggi e limiti legati alla sua adozione.

Cos’è la mean reversion

La mean reversion, letteralmente “ritorno verso la media”, è innanzitutto una teoria. Essa suggerisce che gli asset tendano a oscillare intorno a un valore medio di lungo periodo. In altre parole, se un prezzo si discosta troppo dalla media storica, è probabile che nel tempo ritorni verso quel livello.

Questo concetto è mutuato dalla statistica e dall’econometria, ma è stato trasposto al trading per sviluppare strategie di acquisto e vendita fondate sul medesimo presupposto: gli eccessi di mercato non sono sostenibili nel lungo termine.

Più nello specifico, i mercati possono anche vivere momenti di euforia o panico che spingono i prezzi oltre i valori considerati “equi”. Tuttavia, tali deviazioni non durano per sempre, e prima o poi gli equilibri si ristabiliscono.

Ecco, la mean reversion strategy cerca di sfruttare proprio queste fasi di allontanamento, puntando su un ritorno verso valori medi.

Un esempio semplice è rappresentato dal prezzo di un’azione che, rispetto alla propria media mobile a 20 giorni, si trova improvvisamente molto più in alto o molto più in basso. La logica della mean reversion suggerisce che sia solo questione di tempo prima che il prezzo torni a convergere con la media.

Badate bene: l’applicazione di questa strategia non è banale e richiede un livello medio-alto di competenza. Non si tratta soltanto di calcolare una media aritmetica, ma di selezionare con criterio gli strumenti statistici più adatti, valutare la volatilità, riconoscere i periodi di mercato laterale rispetto a quelli fortemente direzionali e comprendere la natura degli strumenti finanziari su cui si opera.

Come si usa la mean reversion

Alla luce di ciò, è bene spiegare come usarla a dovere.

Di base, si tratta di individuare situazioni in cui il prezzo di un asset si discosta in misura significativa da un valore medio prestabilito. Tale media può essere calcolata in diversi modi: attraverso semplici medie mobili (moving average), medie mobili esponenziali, o indicatori più complessi che incorporano anche la volatilità, come le Bande di Bollinger.

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Ma ecco i passaggi principali:

  • Scelta dell’asset: si seleziona uno strumento finanziario con sufficiente liquidità e storicità di dati.
  • Calcolo della media di riferimento: si stabilisce un orizzonte temporale adeguato (ad esempio una media mobile a 20 periodi).
  • Definizione delle soglie di deviazione: si determinano i livelli oltre i quali il prezzo può essere considerato “eccessivamente alto” o “eccessivamente basso”.
  • Identificazione del segnale: quando il prezzo si allontana in modo significativo dalla media, si genera un segnale operativo.
  • Esecuzione del trade: si entra in posizione scommettendo su un ritorno alla media.

Facciamo ora un esempio pratico.

Consideriamo un titolo ipotetico XYZ, quotato a 100 euro. La sua media mobile a 20 giorni è di 95 euro, con una deviazione standard di 3 euro.

Se il prezzo sale improvvisamente a 105 euro, il trader potrebbe interpretare questa condizione come un eccesso rialzista. In base alla mean reversion, il prezzo tenderà a riportarsi verso la media di 95 euro. L’operazione in questo caso consisterebbe in una posizione short a 105 euro, con un target vicino ai 95 euro.

Se invece il prezzo scende a 88 euro, il trader potrebbe leggere la situazione come un eccesso ribassista. La logica della mean reversion suggerisce un possibile ritorno verso 95 euro. L’operazione consisterebbe quindi in un acquisto long a 88 euro, puntando a una chiusura dell’operazione vicino ai 95 euro.

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Nessuna strategia può prescindere da una corretta gestione del rischio, e la mean reversion non fa eccezione. In entrambi i casi appena citati sarebbe fondamentale stabilire uno stop loss, ad esempio fissato al superamento di due deviazioni standard rispetto alla media, per limitare le perdite qualora il mercato continui a muoversi nella direzione opposta.

Pro e contro della mean reversion

Come qualunque altra strategia di trading, anche la mean reversion presenta vantaggi e svantaggi. Si tratta di comprendere le due facce della medaglia e decidere se e come integrarla nel proprio approccio operativo.

I vantaggi

Uno dei principali punti di forza è la sua solidità teorica. Come già accennato, la mean reversion si basa su principi statistici osservabili e su dinamiche di mercato frequenti: i prezzi, nella maggior parte dei casi, non si allontanano in maniera indefinita dai loro valori medi.

Un ulteriore vantaggio riguarda la possibilità di sfruttare i mercati laterali. Mentre le strategie trend-following tendono a soffrire quando il mercato si muove in range, la mean reversion si trova perfettamente a proprio agio in tali condizioni, dunque permette di ottenere profitti regolari anche in assenza di direzioni marcate.

Un altro elemento positivo è la flessibilità. La strategia può essere applicata a diversi asset (azioni, obbligazioni, valute, materie prime) e adattata a differenti orizzonti temporali, dal day trading al posizionamento di medio periodo.

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Gli svantaggi

Tra i principali limiti, occorre menzionare la scarsa efficacia in mercati fortemente direzionali. Quando un trend è robusto e sostenuto da fattori macroeconomici o fondamentali, il prezzo può rimanere distante dalla media per lunghi periodi, rendendo inefficace la strategia e aumentando il rischio di perdite.

Un altro svantaggio è rappresentato dalla necessità di competenze tecniche elevate. Non basta calcolare una media mobile: occorre saper distinguere i falsi segnali, gestire la volatilità, selezionare l’orizzonte temporale più appropriato e adattare la strategia alle diverse condizioni di mercato.

La mean reversion può inoltre generare un rapporto rischio/rendimento sfavorevole. Spesso i guadagni sono contenuti, poiché si punta a un ritorno verso valori medi, mentre le perdite potenziali possono essere elevate qualora il mercato non ritracci come previsto.