Nel mondo degli investimenti, esiste un detto onnipresente: “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”. Il concetto di diversificazione è, in teoria, conosciuto da tutti. Tuttavia, molti investitori credono di aver diversificato il proprio portafoglio semplicemente perché possiedono dieci o venti titoli diversi.
La realtà è spesso ben diversa. Se quei venti titoli si muovono tutti nella stessa direzione nello stesso momento, il portafoglio non è realmente diversificato; è semplicemente “frammentato”. Per capire se i propri investimenti sono veramente indipendenti l’uno dall’altro o se sono legati da fili invisibili, lo strumento fondamentale è la matrice di correlazione.
In questo articolo spiegheremo cos’è questo strumento, come si legge e, soprattutto, come utilizzarlo per costruire una strategia di investimento più solida e meno esposta ai rischi sistemici.
Che Cos’è la Matrice di Correlazione?
In termini semplici, la matrice di correlazione è una tabella che mostra come due o più asset finanziari (azioni, valute, materie prime) si muovono l’uno rispetto all’altro in un determinato periodo di tempo.
Immaginate una griglia simile a un foglio di calcolo. Sia sulle righe che sulle colonne sono elencati gli strumenti finanziari del vostro portafoglio. All’intersezione tra una riga e una colonna, troverete un numero: quello è il coefficiente di correlazione.
Questo numero è la chiave di lettura di tutto il sistema. Esso varia sempre tra -1 e +1. Non preoccupatevi: capire questo intervallo numerico è l’unica competenza tecnica richiesta per padroneggiare lo strumento.
Decifrare i Numeri: Il Coefficiente di Correlazione
Il coefficiente ci indica la forza e la direzione del rapporto tra due asset. Ecco le tre casistiche principali:
- Correlazione positiva (+1): indica che i due asset si muovono perfettamente all’unisono. Se l’asset A sale del 2%, l’asset B tende a salire in proporzione. Un valore di +1 è raro nella realtà, ma valori vicini (come +0,80 o +0,90) sono comuni tra asset simili (ad esempio, due grandi aziende tecnologiche o due coppie valutarie che condividono la stessa valuta base).
- Correlazione negativa (-1): indica che i due asset si muovono in direzioni opposte. Se l’asset A sale, l’asset B scende. Questa è spesso definita “correlazione inversa”. Valori vicini a -1 sono molto ricercati per le strategie di copertura (hedging), poiché permettono di compensare le perdite di uno strumento con i guadagni dell’altro.
- Correlazione zero (0): indica l’assenza di legame statistico. I movimenti dell’asset A non hanno alcuna influenza o relazione con i movimenti dell’asset B. Un asset potrebbe salire mentre l’altro scende, sale o rimane fermo, in modo del tutto casuale rispetto al primo.
Perché È Utile? L’Illusione della Diversificazione
L’utilità principale della matrice di correlazione risiede nello smascherare la falsa diversificazione.
Poniamo il caso di un investitore che acquista azioni di Apple, Microsoft, Google e un ETF sul NASDAQ. A prima vista, possiede quattro strumenti diversi. Tuttavia, analizzando la matrice di correlazione, scoprirebbe che i coefficienti tra questi asset sono molto alti (spesso superiori a +0,85).
Cosa significa questo in termini pratici? Significa che se il settore tecnologico subisce una contrazione, tutti e quattro gli asset scenderanno simultaneamente. Il rischio non è stato distribuito, ma concentrato.
Utilizzando la matrice, l’investitore può identificare queste ridondanze. Per ottenere una vera diversificazione, dovrebbe cercare di inserire nel portafoglio asset con correlazione bassa (vicina allo 0) o negativa rispetto ai titoli tecnologici, come potrebbero essere le materie prime (oro, petrolio) o titoli di settori difensivi (utilities).
Come Utilizzare la Matrice nel Trading e negli Investimenti
Oltre alla costruzione del portafoglio a lungo termine, la matrice è uno strumento operativo quotidiano per i trader, specialmente nel mercato Forex. Ecco tre applicazioni pratiche:
Evitare la Sovraesposizione Involontaria
Nel Forex, le correlazioni sono molto forti. Ad esempio, la coppia EUR/USD (euro/dollaro) e la coppia GBP/USD (sterlina/dollaro) hanno storicamente una correlazione positiva molto alta.
Se un trader apre una posizione di acquisto (long) su EUR/USD e contemporaneamente una posizione di acquisto su GBP/USD, sta di fatto raddoppiando il rischio sul dollaro americano.
Se il dollaro si rafforza, entrambe le posizioni andranno in perdita.
Ecco che consultare la matrice prima di aprire nuove posizioni aiuta a evitare di scommettere due volte sullo stesso evento macroeconomico.
Strategie di Hedging
Se si possiede un portafoglio azionario che si vuole proteggere da un potenziale crollo, si possono cercare asset con una forte correlazione negativa.
Storicamente, l’oro o il dollaro USA (in certi contesti) hanno mostrato correlazioni negative con l’indice S&P 500 durante le crisi.
Inserire questi asset serve da “ammortizzatore”: quando l’azionario scende, la componente decorrelata sale, stabilizzando il valore complessivo del conto.
Conferma del Trend
Alcuni trader utilizzano le correlazioni per confermare la validità di un movimento. Se, ad esempio, l’oro sta salendo verso nuovi massimi ma l’argento (che ha tipicamente una correlazione positiva molto alta con l’oro) sta scendendo o rimane fermo, potrebbe esserci un’anomalia. Questa divergenza potrebbe segnalare che il movimento dell’oro non è sostenibile o, viceversa, che l’argento è pronto a recuperare terreno.
I Limiti della Correlazione: Cosa Sapere
Nonostante la sua utilità, la matrice di correlazione non è una sfera di cristallo. È fondamentale comprendere due limitazioni cruciali per non commettere errori costosi.
In primo luogo, la correlazione non implica causalità. Il fatto che due asset si muovano insieme non significa che uno causi il movimento dell’altro; potrebbero semplicemente reagire allo stesso stimolo esterno (come i tassi di interesse).
In secondo luogo, e questo è il punto più critico, le correlazioni non sono statiche. Esse cambiano nel tempo (“correlazione dinamica”). In periodi di calma sui mercati, le azioni e le obbligazioni possono avere una correlazione bassa.
Tuttavia, durante eventi di panico finanziario estremo (come nel crollo del 2020), la correlazione tra quasi tutti gli asset tende ad avvicinarsi a +1. In momenti di crisi, gli investitori vendono tutto indiscriminatamente per generare liquidità.