Per qualsiasi trader, la gestione del rischio rappresenta la linea di confine tra l’approccio professionale e l’improvvisazione. Tale approccio si declina nell’uso di molti strumenti. Alcuni sono efficaci, ma difficili da usare. È il caso del fixed ratio money management.

Esso, da un lato, promette una crescita controllata del capitale; dall’altro, nasconde rischi di rigidità e distorsioni psicologiche che possono compromettere la performance reale, fino a “disegnare” una vera e propria trappola. La trappola del fixed ratio. Ne parliamo qui.

Cos’è la Trappola del Fixed Ratio

Il termine fixed ratio si riferisce a una metodologia di gestione del capitale introdotta dal trader Ryan Jones negli anni Novanta, pensata per stabilire in modo matematico quando incrementare o ridurre la dimensione delle posizioni. A differenza del più noto fixed fractional, che adatta la size in base a una percentuale fissa del capitale, il fixed ratio introduce una logica incrementale legata ai profitti cumulativi.

In pratica, il metodo definisce un valore costante, detto “delta”, che rappresenta l’ammontare di profitto necessario per poter aumentare la dimensione della posizione di un’unità. Ad esempio, se il delta è fissato a 1.000 euro, il trader aumenterà di un contratto ogni volta che il profitto complessivo supera un multiplo di 1.000.

La filosofia sottostante è semplice: la leva operativa cresce solo quando si è dimostrata una reale capacità di profitto. Tuttavia, proprio questa apparente prudenza può nascondere una trappola cognitiva e operativa.

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La trappola nasce dal presupposto che la crescita del capitale e delle dimensioni delle posizioni possa essere rappresentata da una progressione aritmetica stabile. Peccato che i mercati non si muovano secondo schemi lineari: attraversano fasi di volatilità, correlazioni dinamiche e regimi di rischio variabile. Un sistema che non integra questi elementi finisce per semplificare eccessivamente la realtà.

Il fixed ratio assume inoltre che il drawdown (cioè la perdita massima temporanea) sia proporzionale al livello di esposizione. In realtà, quando la dimensione delle posizioni cresce in modo incrementale, anche piccole serie negative possono produrre perdite non lineari, soprattutto se la volatilità aumenta proprio nel momento in cui si amplia la size.

La trappola, quindi, non risiede nel metodo in sé, ma nella sua applicazione rigida: trattare un modello di crescita controllata come una legge matematica infallibile, senza considerare il contesto operativo e psicologico in cui viene applicato.

Cosa Succede se Si “Cade in Trappola”

Quando un trader si affida ciecamente al fixed ratio, tende a confondere la regola con la realtà.

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Il primo effetto è la perdita di adattabilità. Invece di leggere il mercato e calibrare la propria esposizione in funzione della volatilità o della correlazione tra asset, il trader resta vincolato al suo delta, convinto che la disciplina aritmetica basti a proteggerlo.

Questo comportamento genera due conseguenze principali: una finanziaria e una psicologica.

Sul piano finanziario, l’aumento della size basato su una soglia di profitto fisso può amplificare i rischi proprio nei momenti di euforia. Dopo una serie di operazioni vincenti, il trader incrementa la posizione, ma lo fa in una fase in cui il mercato potrebbe già essere maturo o vicino a un’inversione. Quando arriva la prima perdita consistente, l’effetto leva agisce al contrario, erodendo rapidamente i profitti accumulati.

Il secondo problema riguarda la fase opposta: quella di stagnazione o perdita. Poiché il fixed ratio prevede di ridurre la dimensione delle posizioni solo dopo una certa soglia di profitto negativo, il trader può restare esposto in modo eccessivo per troppo tempo, subendo drawdown più profondi del previsto. Il modello, di fatto, non tiene conto della volatilità implicita, né della varianza statistica delle serie negative.

Sul piano psicologico, la trappola si manifesta come una falsa sensazione di controllo. Il trader crede di operare in modo razionale perché segue una regola precisa, ma in realtà delega alla formula una decisione che dovrebbe essere adattiva. Questo porta a un’illusione di sicurezza, che può diventare pericolosa quando la performance reale inizia a divergere dalle aspettative teoriche.

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Un altro effetto collaterale è l’eccessiva fiducia nella crescita geometrica del capitale. Il fixed ratio promette, almeno sulla carta, un’accelerazione dei guadagni man mano che i profitti aumentano. Tuttavia, nei mercati reali la volatilità e i costi di transazione riducono l’efficienza del modello. Inoltre, la pressione psicologica derivante dall’aumento progressivo delle size può compromettere la lucidità operativa: la paura di perdere somme sempre più grandi può spingere a chiudere anticipatamente posizioni profittevoli o a evitare operazioni necessarie.

Infine, chi cade nella trappola del fixed ratio tende a sottovalutare il ruolo del money management integrato. L’errore non è solo metodologico, ma strategico: considerare la gestione del rischio come un insieme di formule e non come un processo dinamico di adattamento al contesto. In altre parole, la trappola consiste nel sostituire la consapevolezza con la meccanica.

Come Evitare la Trappola del Fixed Ratio

Difendersi dalla trappola del fixed ratio significa riconoscere che nessuna formula può sostituire la capacità di lettura del mercato e di autovalutazione del rischio. La chiave sta nel combinare rigore matematico e flessibilità operativa.

Il primo passo consiste nel contestualizzare il delta. Invece di fissare una soglia immutabile, il trader dovrebbe adattarla alla volatilità media del mercato e alla propria tolleranza al rischio. In periodi di alta volatilità, ad esempio, un delta più ampio può evitare aumenti prematuri di esposizione; in fasi stabili, un delta più stretto può migliorare la redditività.

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Il secondo passo è integrare il modello con metriche di rischio dinamiche, come il Value at Risk o l’Expected Shortfall. Questi indicatori consentono di stimare l’impatto potenziale delle perdite in base alla distribuzione statistica dei rendimenti, fornendo un quadro più realistico della sostenibilità del capitale.

È inoltre consigliabile affiancare al fixed ratio un approccio frazionale o a volatilità ponderata, che tenga conto del contesto di mercato. Ad esempio, combinare il fixed ratio con un sistema fixed fractional permette di mantenere la progressione dei guadagni, ma con un grado di adattamento maggiore.

Infine, è bene impostare un sistema di feedback continuo. Dunque:

  • Analizzare le proprie performance in relazione al modello adottato consente di capire se le regole stanno producendo l’effetto desiderato o se stanno generando rigidità.
  • Tenere un registro dettagliato delle operazioni, con note sul contesto di mercato e sullo stato emotivo, permette di riconoscere tempestivamente i segnali di allarme.

In parole povere, per evitare la trappola del fixed ratio è necessario sviluppare una mentalità di money management flessibile. Come sanno i trader di lungo corso, la gestione del capitale non può essere racchiusa in una formula chiusa, ma disegna un ecosistema in equilibrio tra numeri e comportamenti, matematica e psicologia.