Una tempesta perfetta colpisce il dollaro americano

Il dollaro statunitense sta attraversando una fase di forte debolezza causata da una combinazione inaspettata di fattori negativi. Le banche regionali americane sono tornate sotto i riflettori del mercato, generando preoccupazioni che si sommano al repricing dovish della Federal Reserve, alle speranze di una tregua in Ucraina, al calo dei prezzi del petrolio e alle persistenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. In questo contesto volatile, individuare un punto di supporto per il dollaro diventa estremamente complesso, e la svendita potrebbe proseguire ulteriormente.

Crisi delle banche regionali: un ritorno inatteso

Problemi di credito scuotono il settore bancario

Un improvviso ritorno dell’attenzione del mercato sulle banche regionali statunitensi sta aggiungendo un fattore negativo inaspettato al dollaro. L’azionario americano ha subito un duro colpo, con l’indice S&P500 delle banche regionali che è crollato del 5% dopo che due istituti di credito – Zions e Western Alliance Bancorp – hanno segnalato problemi con prestiti associati a frodi. Il contagio ad altre asset class rischiose dimostra non solo che i mercati rimangono sensibili alle preoccupazioni sulle banche regionali (eredità del collasso di SVB nel 2023), ma potenzialmente anche al più ampio mercato del credito, che ha operato con spread eccezionalmente ristretti negli ultimi mesi.

Rischi più contenuti ma narrativa preoccupante

A differenza del 2023, i rischi appaiono più isolati questa volta, ma potrebbero alimentare una narrativa secondo cui l’ambiente imprenditoriale statunitense e la qualità del credito si trovano in condizioni peggiori rispetto a quanto suggeriscono i dati, forse anche a causa delle distorsioni legate all’intelligenza artificiale. Gli investitori monitoreranno attentamente i prossimi risultati trimestrali delle banche regionali, con qualsiasi ulteriore contagio alle azioni americane destinato a estendere la svendita del dollaro.

Mercati azionari globali in territorio negativo

I futures azionari indicano un’apertura negativa dello 0,4-0,5% per l’S&P500 e del -0,9% per l’Euro Stoxx, mentre il Nikkei e l’Hang Seng scambiano rispettivamente a -1,5% e -1,9%. Finora non si registra una sottoperformance eccezionale delle azioni statunitensi rispetto ad altri mercati principali, ma il fatto che l’origine della svendita sia un evento americano sta inevitabilmente rendendo JPY, CHF ed EUR le destinazioni rifugio preferite.

Fattori geopolitici e petroliferi pesano sul biglietto verde

Un ulteriore elemento di pressione per il dollaro arriva dalla notizia che Trump incontrerà Putin nelle prossime settimane per discutere della fine della guerra in Ucraina. Questa prospettiva sta influenzando i mercati energetici, con i prezzi del petrolio in calo di quasi il 7% negli ultimi sette giorni. Anche i differenziali dei tassi a breve termine si stanno muovendo contro il dollaro, con i mercati che ora prezzano tagli della Fed compresi tra 5 e 50 punti base entro fine anno. In un ambiente così volatile, risulta difficile individuare un punto di minimo per il dollaro. Il DXY potrebbe dover scivolare fino a 97,50 prima di trovare un supporto solido, a meno che non arrivino notizie incoraggianti dal fronte domestico statunitense.

Euro in rialzo verso 1.180

Stabilità politica francese sostiene la moneta unica

Il cambio EUR/USD è salito nuovamente, principalmente sulla scia della debolezza del dollaro, dato che i mercati avevano già ampiamente prezzato la sopravvivenza del Primo Ministro francese Lecornu alle mozioni di sfiducia. Lecornu ha effettivamente scambiato stabilità politica con maggiori difficoltà di bilancio, congelando la riforma delle pensioni. Questo – oltre alle scarse garanzie sulla durata del nuovo governo – mantiene lo spread OAT-Bund a 10 anni sopra i 75 punti base, circa 10 punti base più ampio rispetto a metà agosto. Tuttavia, questo è sufficiente perché l’euro possa eliminare una buona parte del premio di rischio francese e, salvo un nuovo collasso governativo prima di fine anno, dovrebbe consentire a EUR/USD di rifocalizzarsi sui driver di mercato canonici (tassi ed equity).

blank

Obiettivo 1.180 sempre più realistico

Come discusso, il dollaro rimane in una posizione fragile e un superamento di 1.150 è certamente possibile, con 1.180 che inizia a sembrare molto realistico. Il prossimo incontro tra Trump e Putin potrebbe anche attrarre speculazioni positive per l’euro su una tregua in Ucraina. Per quanto riguarda le elezioni olandesi del 29 ottobre, non le consideriamo attualmente un evento di rischio importante per l’euro: un parlamento frammentato è l’esito più probabile e la maggior parte dei partiti non è disposta a formare un governo con il partito euroscettico PVV di Geert Wilders, che guida i sondaggi.

Corona svedese: il vincitore inaspettato

La corona svedese è il secondo miglior performer della settimana, salendo ancora più dell’euro nonostante la svendita azionaria. Questo può sembrare piuttosto strano dato l’elevato beta della SEK (specialmente rispetto all’euro) verso gli asset rischiosi. Ma alcune speranze di pace in Ucraina prima di un nuovo incontro Trump-Putin e la svendita del greggio stanno decisamente aiutando la corona. Gli investitori svedesi sono generalmente molto esposti alle azioni statunitensi e quest’anno abbiamo assistito a grandi flussi di rimpatrio verso la Svezia ogni volta che eventi specifici degli Stati Uniti hanno colpito le azioni. Ciò implica naturalmente grandi acquisti di SEK. Rimaniamo cauti sul potenziale di rialzo della SEK oltre questo punto, poiché il deterioramento del sentiment sulle azioni europee può pesare sulla corona. Ma le prospettive a medio termine rimangono rialziste per la SEK, e la sua capacità di resistere a shock azionari come questo rafforza la nostra visione.

Europa centro-orientale: costellazione favorevole

I dati PPI della Repubblica Ceca hanno mostrato una certa debolezza nei prezzi industriali, mentre l’inflazione core in Polonia è rimasta al 3,2% su base annua a settembre, come previsto. Il calendario odierno include solo le aspettative di inflazione in Turchia per ottobre e i salari in Ungheria per agosto. Gli ultimi dati sull’inflazione in Turchia hanno sorpreso al rialzo, il che potrebbe riflettersi nelle aspettative inflazionistiche.

Valute CEE beneficiano del rimbalzo dell’euro

Il rimbalzo di EUR/USD ha portato un supporto positivo alle valute CEE, mentre il mercato dei tassi si è stabilizzato in qualche modo, lasciando spazio per ulteriori guadagni. Allo stesso tempo, il mercato potrebbe nuovamente vedere una maggiore probabilità di fine del conflitto tra Ucraina e Russia, il che beneficerebbe maggiormente le valute CEE, specialmente PLN e HUF. EUR/PLN si è spostato verso l’estremità inferiore del nostro range di 4.245-275, e non vediamo forza sufficiente per sfondare. D’altra parte, EUR/HUF ha buone possibilità di continuare a scendere, specialmente con il probabile supporto della banca centrale ungherese la prossima settimana. Potremmo quindi testare 389 nei prossimi giorni.