Il Dollaro Australiano alla Prova delle Relazioni Sino-Americane
Il dollaro australiano si trova nuovamente al centro delle dinamiche commerciali tra Stati Uniti e Cina. L’evoluzione del cambio AUD/USD dipenderà fortemente dagli sviluppi nelle relazioni tra Washington e Pechino, con quattro possibili scenari che potrebbero materializzarsi nei prossimi mesi.
La Situazione Attuale: AUD Sotto Pressione
Un mese fa non ci aspettavamo di vedere AUD/USD scambiare sotto quota 0,6550. Due fattori hanno sorpreso i mercati: il rally del dollaro americano – difficilmente sostenibile secondo le nostre analisi – e la rapida escalation delle tensioni commerciali USA-Cina. Fino a quando i mercati non avranno la certezza che non si ripeterà lo scenario di aprile con l’imposizione di dazi massicci americani sulla Cina, il dollaro australiano faticherà a beneficiare dei suoi fondamentali altrimenti costruttivi.
Fondamentali a Rischio in Caso di Guerra Commerciale
I solidi fondamentali dell’Australia potrebbero crollare rapidamente in caso di guerra commerciale su larga scala: – La Reserve Bank of Australia (RBA) sarebbe costretta a tagliare ulteriormente i tassi – La crescita economica subirebbe un rallentamento significativo – I prezzi delle materie prime soffrirebbero considerevolmente Si tratta di un momento cruciale per l’AUD, con quattro scenari possibili basati sul nostro impatto stimato.
Scenario 1: De-escalation (AUD/USD a 0,68 entro fine anno)
Dinamiche Commerciali
L’elevata sensibilità dei mercati alle questioni cinesi e tariffarie potrebbe spingere gli Stati Uniti verso una de-escalation. Un summit Trump-Xi in Corea del Sud il 31 ottobre potrebbe portare a toni conciliatori, un’estensione della pausa tariffaria e qualche forma di accordo sulle terre rare. Non necessariamente un miglioramento strutturale nelle relazioni commerciali sino-americane, ma sufficiente a riportare il sentiment di mercato ai livelli di settembre.
Impatto sul Forex
Il dollaro australiano beneficerebbe della de-escalation grazie alla rimozione del premio al rischio e a un repricing hawkish della RBA. La banca centrale australiana procederebbe con cautela sull’allentamento monetario, potendo attendere fino a dicembre (15 punti base prezzati) o febbraio (23 punti base prezzati) per tagliare, dato che alcuni rischi sul percorso disinflazionistico permangono. Se si materializza anche il nostro scenario di deprezzamento del dollaro USA guidato dalla Fed e dai dati economici, quota 0,68 diventa un obiettivo molto raggiungibile entro fine anno.
Scenario 2: Status Quo Volatile (AUD/USD a 0,66 entro fine anno)
Dinamiche Commerciali
Nessuna escalation significativa, ma ritorsioni reciproche che si trascinano fino al 2026. Una combinazione di dazi settoriali e restrizioni porta a un tasso tariffario più elevato sulla Cina, ma senza aumenti diretti dell’aliquota tariffaria. L’incertezza diventa la nuova normalità.
Impatto sul Forex
Nessun accumulo aggiuntivo di premio al rischio sull’AUD, ma le valute dell’area del Pacifico difficilmente brilleranno in questo scenario. Questo lascia alla debolezza idiosincratica del dollaro USA il compito di sostenere qualsiasi rally di AUD/USD. Il potenziale rialzista è significativamente limitato, ma la stagionalità può combinarsi con i tagli della Fed per portare la coppia a 0,66 entro Natale.
Scenario 3: Escalation (AUD/USD a 0,62 entro fine anno)
Dinamiche Commerciali
Gli Stati Uniti aumentano il tasso tariffario su tutti i prodotti cinesi e aggiungono dazi settoriali, mentre Pechino intensifica le ritorsioni. Il commercio globale subisce un impatto significativo e sia la Cina che gli USA affrontano conseguenze economiche materiali. Nessuna de-escalation significativa fino al nuovo anno.
Impatto sul Forex
Scenario molto negativo per AUD/USD. Mentre l’annuncio singolo causa alcune vendite localizzate di USD, non si ripete la narrativa “sell America”. La Fed rallenta l’allentamento monetario a causa del rischio inflazionistico legato ai dazi, offrendo supporto al dollaro. In definitiva, sono i proxy della Cina come l’AUD a sopportare il peso maggiore, anche perché la RBA affronta pressioni crescenti per tagliare i tassi.
Scenario 4: Aprile 2.0 (AUD/USD a 0,67 entro fine anno)
Dinamiche Commerciali
Trump impone dazi superiori al 100% sulla Cina, che diventa altamente aggressiva sulle restrizioni all’export e altre misure ritorsive. Questa volta la de-escalation non è rapida, e diversi mesi di dazi massicci causano conseguenze severe sia per gli USA che per la Cina. Ma sono gli Stati Uniti a sopportare il peso maggiore, con rischi di stagflazione in aumento.
Impatto sul Forex
Il trade “sell America” ritorna in pieno vigore, e AUD/USD segue il copione di aprile: calo iniziale seguito da un forte rimbalzo mentre il dollaro viene venduto insieme alle azioni e ai Treasury americani. La Fed continua a tagliare, pesando ulteriormente sul dollaro. L’AUD sarà probabilmente il peggiore performer nel G10 dopo l’USD. Ma come effetto netto, AUD/USD terminerebbe comunque l’anno in territorio positivo.
Prospettive e Considerazioni Finali
La traiettoria del dollaro australiano nei prossimi mesi dipenderà criticamente dall’evoluzione delle tensioni commerciali USA-Cina. Mentre i fondamentali dell’Australia rimangono solidi in assenza di una guerra commerciale su larga scala, la valuta rimane vulnerabile agli sviluppi geopolitici. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente: – Le comunicazioni ufficiali tra Washington e Pechino – Le decisioni di politica monetaria della RBA – L’evoluzione dei prezzi delle materie prime – I dati economici provenienti da entrambe le sponde del Pacifico La gamma di risultati possibili per AUD/USD entro fine anno è ampia, spaziando da 0,62 a 0,68, riflettendo l’elevata incertezza che caratterizza l’attuale contesto geopolitico e commerciale.