Record storici per le borse europee trainati dal settore farmaceutico
I mercati azionari europei hanno chiuso mercoledì con performance eccezionali, stabilendo nuovi massimi storici. L’indice STOXX 600 ha registrato un balzo dell’1,2%, segnando il maggior incremento giornaliero dal 23 luglio scorso. La spinta principale è arrivata dal comparto sanitario, che ha messo a segno un impressionante +5,4%, la migliore performance dal novembre 2008.
L’accordo Pfizer-USA sblocca il settore farmaceutico
Il catalizzatore principale del rally è stato l’accordo raggiunto martedì tra Pfizer e il governo statunitense, che prevede una riduzione dei prezzi dei farmaci nel programma Medicaid in cambio di agevolazioni tariffarie. Questa intesa ha dissipato parte dell’incertezza che gravava sul settore da oltre un anno. “Il comparto farmaceutico ha attraversato un periodo difficile negli ultimi 12-18 mesi. Quello che stiamo finalmente osservando è una maggiore chiarezza sulle regole del gioco future”, ha commentato Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm.
Performance stellari per i titoli farmaceutici
L’entusiasmo degli investitori si è riflesso su tutto il comparto sanitario europeo: – AstraZeneca: +11,2% – Merck: +10% – Sartorius: +9,5% – Ambu: +9,3% – Roche: +8,6% – Novartis: +3,9% (sostenuta dall’approvazione FDA per un nuovo trattamento orale contro una malattia infiammatoria cronica della pelle)
Londra tocca nuovi massimi storici
Il FTSE 100 di Londra ha raggiunto anch’esso livelli record, beneficiando del forte peso del settore healthcare nell’indice. Tutti i comparti hanno chiuso in territorio positivo, con l’unica eccezione del settore viaggi e tempo libero, in calo dello 0,4%.
Lo shutdown USA complica lo scenario macroeconomico
Mentre l’Europa celebrava i nuovi record, l’attenzione degli investitori si è concentrata sulla chiusura parziale del governo federale americano iniziata mercoledì. Questa situazione potrebbe bloccare la pubblicazione del cruciale rapporto sull’occupazione di settembre, previsto per venerdì. L’assenza di dati ufficiali rischia di aumentare la volatilità sui mercati e potrebbe complicare le decisioni della Federal Reserve sulla politica monetaria. I dati privati sulle buste paga pubblicati in giornata hanno deluso le aspettative, alimentando leggermente le scommesse su un taglio dei tassi a ottobre. “La Fed molto probabilmente taglierà ancora i tassi a ottobre, ma considerando l’importanza del mercato del lavoro nelle sue valutazioni attuali, questa mancanza di chiarezza sui dati non renderà certo più facile il suo compito”, ha osservato Luke Bartholomew, deputy chief economist di Wealth & Investments Group Aberdeen.
Segnali contrastanti dall’economia europea
Sul fronte europeo, i dati macroeconomici hanno dipinto un quadro misto:
Manifatturiero in contrazione
L’attività manifatturiera nell’eurozona è tornata in territorio di contrazione a settembre, con cali particolarmente marcati in: – Regno Unito: contrazione al ritmo più veloce degli ultimi cinque mesi – Francia e Germania: entrambe in territorio negativo
Inflazione in accelerazione
L’inflazione nell’eurozona ha mostrato segnali di accelerazione, spinta principalmente dai prezzi dei servizi e da un minor calo dei costi energetici rispetto ai mesi precedenti.
Tate & Lyle crolla dopo il profit warning
Non tutte le società hanno beneficiato del clima positivo. Tate & Lyle, produttore di ingredienti alimentari, è crollato del 13%, diventando il peggior performer dello STOXX 600 dopo aver lanciato un avvertimento sui profitti, prevedendo un calo sia degli utili che dei ricavi annuali. Il midcap britannico, dopo un avvio in territorio negativo, ha invertito la rotta chiudendo con un modesto +0,2%, sostenuto anch’esso dal rally del settore sanitario.