Mercati azionari USA in ripresa dopo i dati sull’inflazione PCE
I futures azionari statunitensi hanno registrato un rialzo venerdì dopo che l’indice dei prezzi al consumo personale (PCE), indicatore chiave dell’inflazione monitorato dalla Federal Reserve, si è allineato alle previsioni degli analisti. Questo dato ha offerto agli investitori un motivo valido per riconsiderare le recenti vendite che avevano caratterizzato le ultime sedute. I futures sull’S&P 500 sono saliti dello 0,3%, quelli sul Nasdaq 100 hanno guadagnato lo 0,2%, mentre i futures sul Dow Jones hanno aggiunto 210 punti, pari a un incremento dello 0,5%. Il recupero è arrivato dopo tre sessioni consecutive in territorio negativo, causate da dati economici più restrittivi del previsto e dalla debolezza dei titoli legati all’intelligenza artificiale.
Analisi dettagliata dei dati PCE di agosto
L’indice PCE di agosto ha mostrato un’inflazione core al 2,9% su base annua e un aumento mensile dello 0,2%, entrambi perfettamente in linea con le stime degli economisti. Anche il PCE headline ha rispettato le previsioni, attestandosi al 2,7% anno su anno e allo 0,3% su base mensile. Sebbene questi dati non siano sufficientemente moderati da provocare un cambio drastico nella politica monetaria della Fed, hanno comunque placato i timori emersi giovedì dopo la pubblicazione di richieste di sussidi di disoccupazione inferiori alle attese e una revisione al rialzo del PIL del secondo trimestre.
Le aspettative sulla Federal Reserve rimangono stabili
Nonostante la lettura stabile del PCE, i trader continuano a scommettere su due tagli dei tassi da 25 punti base nei prossimi mesi, in linea con le ultime proiezioni della banca centrale americana. I dati di giovedì, che mostravano un calo delle richieste di sussidi e un PIL del secondo trimestre rivisto al 3,8%, avevano temporaneamente minato queste aspettative, generando un sentiment di avversione al rischio. David Russell di TradeStation ha commentato: “I dati sulle richieste di sussidi e la revisione del PIL di ieri hanno minato la narrativa accomodante, ma il PCE di oggi calma alcune di queste preoccupazioni. Nessuna notizia è una buona notizia.”
Performance settimanale degli indici e pressioni settoriali
Nonostante il recupero odierno, l’S&P 500 rimane in calo dello 0,9% su base settimanale, mentre il Nasdaq Composite ha perso l’1,1% e il Dow Jones è sceso dello 0,8%. Il settore tecnologico continua a subire pressioni, con Oracle che ha registrato un calo settimanale del 5,6% e una debolezza generalizzata nei titoli legati all’intelligenza artificiale. Le nuove minacce tariffarie dell’ex presidente Trump hanno inoltre rimodellato il sentiment pre-mercato.
L’impatto delle nuove tariffe sui mercati
Trump ha annunciato l’imposizione di una tariffa del 100% sulle importazioni di farmaci di marca e del 25% sui camion pesanti, con effetto dal 1° ottobre. Le azioni del produttore di camion Paccar sono schizzate del 7% sulla notizia delle tariffe, mentre i giganti farmaceutici Eli Lilly, Abbvie e Merck sono saliti dell’1,5%, beneficiando della loro produzione basata negli Stati Uniti. Al contrario, RH è crollata di quasi il 4% a causa di una proposta di tariffa del 30% sui mobili importati. Anche i titoli dei semiconduttori hanno subito perdite dopo le indiscrezioni secondo cui Trump potrebbe richiedere un rapporto di produzione nazionale 1:1 per evitare nuovi dazi.
I principali movimenti azionari nel pre-mercato
Intel ha registrato un balzo del 4,4% dopo le notizie secondo cui l’azienda sta cercando investimenti da Apple e TSMC per rivitalizzare la sua divisione manifatturiera. Questo sviluppo ha generato ottimismo tra gli investitori sulla possibile ripresa del gigante dei chip. Riot Platforms è balzata del 4,6% dopo un upgrade da parte di Citigroup, mentre Concentrix è crollata del 20% a seguito di risultati trimestrali deludenti. Costco ha perso l’1% nonostante abbia superato le aspettative su utili e ricavi, con gli investitori preoccupati per il rallentamento della crescita delle vendite comparabili.
Prospettive di mercato e fattori chiave da monitorare
Con i dati sull’inflazione in linea con le attese e i rischi tariffari che riemergono, i trader stanno cercando maggiore chiarezza sulla politica della Fed e sui prossimi risultati aziendali. Il mercato sembra essere in fase di consolidamento dopo il pullback di tre giorni, con gli analisti tecnici che osservano se l’S&P 500 riuscirà a mantenere il supporto a breve termine intorno alla media mobile a 50 giorni a 5.734,70 punti. L’attenzione si sposta ora sui prossimi discorsi dei funzionari della Fed e sui dati ISM e sui non-farm payrolls della prossima settimana, che saranno cruciali per definire le aspettative sui tagli dei tassi. Gli investitori rimangono cauti ma ottimisti, bilanciando i segnali contrastanti provenienti dai dati economici e dalle politiche commerciali.