Il dollaro rafforza la sua posizione sui mercati valutari
Il biglietto verde ha registrato significativi guadagni contro le principali valute internazionali nella seduta di giovedì, sostenuto da dati macroeconomici statunitensi superiori alle attese. La revisione al rialzo del PIL americano del secondo trimestre ha rafforzato le aspettative di una politica monetaria più cauta da parte della Federal Reserve.
Revisione a sorpresa del PIL americano
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha comunicato una crescita del prodotto interno lordo pari al 3,8% su base annualizzata per il periodo aprile-giugno, superiore al 3,3% inizialmente stimato. Questo dato ha colto di sorpresa gli analisti, che non si attendevano alcuna revisione rispetto alle stime preliminari. La performance economica più robusta del previsto suggerisce una maggiore resilienza dell’economia americana, elemento che potrebbe influenzare le future decisioni di politica monetaria della banca centrale statunitense.
Impatto sui cambi principali
Il dollaro ha guadagnato lo 0,33% contro lo yen giapponese, portandosi a quota 149,39, il livello più elevato dal primo agosto. L’euro ha toccato i minimi delle ultime due settimane, cedendo lo 0,39% e scambiando a 1,1691 dollari. Il Dollar Index, che misura la forza del biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, è salito dello 0,52% a 98,34, consolidandosi vicino ai massimi bisettimanali raggiunti mercoledì.
Le dinamiche di mercato secondo gli esperti
Steve Englander, responsabile della ricerca sul forex G10 e della strategia macro per il Nord America presso Standard Chartered Bank, ha evidenziato come il mercato fosse posizionato con posizioni ribassiste sul dollaro, rendendo il movimento al rialzo ancora più significativo. “C’è una discrepanza evidente tra la debolezza del mercato del lavoro e i dati su PIL e produzione, che in generale mostrano numeri più solidi”, ha sottolineato Englander. L’analista prevede che i tassi d’interesse rimarranno più elevati rispetto alle aspettative di mercato nel medio termine.
Reazioni dei mercati azionari e obbligazionari
Wall Street ha reagito negativamente ai dati, con tutti e tre i principali indici in territorio negativo. Il rendimento del Treasury decennale è salito di 3,6 punti base al 4,183%, mentre il titolo biennale, più sensibile alle aspettative sui tassi della Fed, ha guadagnato 5,7 punti base.
Le prospettive per la politica monetaria
I trader mantengono l’aspettativa di almeno due tagli dei tassi nelle rimanenti riunioni del 2025, nonostante le dichiarazioni dei funzionari Fed, incluso il presidente Jerome Powell, indichino che molto dipenderà dai prossimi dati economici. Jeffrey Schmid, presidente della Fed di Kansas City, ha affermato che il recente taglio dei tassi era necessario per sostenere il mercato del lavoro. Al contrario, Austan Goolsbee della Fed di Chicago ha espresso cautela riguardo a ulteriori allentamenti mentre l’inflazione rimane sopra l’obiettivo.
Il dilemma della Federal Reserve
La banca centrale americana si trova di fronte a una sfida complessa: bilanciare la necessità di sostenere l’occupazione con il rischio di alimentare pressioni inflazionistiche. La robustezza dei dati sul PIL complica ulteriormente questo equilibrio, suggerendo che l’economia potrebbe non necessitare di stimoli aggressivi come inizialmente previsto.
Sviluppi sul franco svizzero
Il dollaro ha esteso i guadagni anche contro il franco svizzero, rafforzandosi dello 0,64% a 0,8, toccando i massimi bisettimanali. La Banca Nazionale Svizzera ha mantenuto i tassi d’interesse a zero come previsto, avvertendo però che le politiche tariffarie dell’amministrazione Trump potrebbero oscurare le prospettive economiche elvetiche per il 2026. Questi movimenti valutari riflettono un rinnovato ottimismo sulla forza dell’economia statunitense e suggeriscono che il percorso di normalizzazione della politica monetaria potrebbe essere più graduale di quanto anticipato dai mercati nelle scorse settimane.