Il crollo del dollaro scuote i mercati globali

Il biglietto verde ha perso terreno significativo nelle ultime settimane, registrando un calo del 14,5% rispetto all’euro e dell’11% contro un paniere delle principali valute mondiali. La moneta americana ha toccato i minimi da quattro anni nei confronti della valuta unica europea, attestandosi intorno a 1,187 dollari per euro. Le dinamiche di questo movimento valutario seguono una logica da manuale: tassi d’interesse più bassi aumentano l’offerta di dollari e riducono l’attrattiva degli asset denominati nella valuta statunitense. Per gli Stati Uniti, questo si traduce in importazioni più costose e rinnovate preoccupazioni inflazionistiche.

L’impatto sull’economia europea

Per l’Europa, un dollaro debole rappresenta un’arma a doppio taglio. Se da un lato permette acquisti più convenienti all’estero, dall’altro erode la competitività delle esportazioni, colpendo duramente economie come Germania e Italia che dipendono fortemente dalle vendite internazionali. Nonostante il deprezzamento, non si è verificata alcuna fuga dagli asset americani. Al contrario, gli investitori globali mantengono posizioni significative nell’azionario statunitense, ma con una differenza cruciale: stanno pagando per proteggersi dal rischio valutario.

La strategia di hedging diventa essenziale

Secondo i dati di Deutsche Bank, l’80% dei 7 miliardi di dollari confluiti negli ETF azionari USA negli ultimi tre mesi era coperto dal rischio di cambio, rispetto ad appena il 20% di inizio anno. Per gli investitori europei, la lezione del 2025 è cristallina: la copertura valutaria non è più un optional. Un ETF sull’S&P 500 senza hedging avrebbe generato una perdita dell’1,35% da inizio anno in termini di euro, nonostante il guadagno del 12,3% dell’indice in dollari. La versione con copertura, al netto delle commissioni, garantisce ancora un rendimento del 10,5% circa. Come disse l’ex Segretario al Tesoro USA John Connally ai leader europei negli anni ’70: “Il dollaro è la nostra valuta, ma è il vostro problema”. Un’affermazione che risuona con forza ancora oggi, mentre le scelte di politica monetaria della Fed riverberano ben oltre i confini americani.

L’attesa per la decisione della Federal Reserve

Tutti gli occhi sono puntati su Washington. La Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base questa sera alle 20:00, in quella che gli investitori sperano possa essere l’inizio di un nuovo ciclo di allentamento monetario. Jerome Powell affronterà la stampa subito dopo per spiegare la decisione e delineare il percorso futuro. I mercati si preparano a cogliere ogni sfumatura: è improbabile che Powell segnali una svolta accomodante senza limiti mentre le pressioni inflazionistiche rimangono persistenti. I trader si aspettano ulteriori tagli, ma sanno che il presidente della Fed procederà con cautela.

Le reazioni dei mercati in attesa dell’annuncio

Wall Street ha temporeggiato ieri in vista dell’annuncio. Il Nasdaq 100, che si era avvicinato alla decima sessione consecutiva di guadagni, ha ceduto lo 0,08% alla chiusura. Anche l’S&P 500 ha registrato un lieve calo, mentre i rendimenti obbligazionari sono rimasti sotto pressione. Dall’altra parte dell’Atlantico, le perdite sono state più marcate: il DAX tedesco è sceso dell’1,8%, trascinato al ribasso da banche e titoli industriali, a dimostrazione di quanto i settori ciclici europei siano vulnerabili alle turbolenze monetarie e alle oscillazioni valutarie.

blank

Sviluppi geopolitici e mercati asiatici

Sul fronte geopolitico, Donald Trump ha tenuto una conversazione telefonica con il Primo Ministro indiano Narendra Modi per allentare le tensioni bilaterali, anche se i dettagli rimangono vaghi. Il presidente americano parlerà con Xi Jinping venerdì, un colloquio attentamente monitorato per qualsiasi segnale di disgelo nelle relazioni USA-Cina. Nei mercati dell’Asia-Pacifico prevale la cautela in attesa del verdetto monetario americano. Il Nikkei 225 perde lo 0,2% in Giappone, con cali dello 0,7% in Australia e Taiwan e una contrazione dell’1,1% in Corea del Sud. L’India registra una performance migliore (+0,3%), mentre Hong Kong guadagna l’1,5%, sostenuta da Baidu. Un rimbalzo è atteso all’apertura europea per colmare il differenziale con gli Stati Uniti. L’annuncio sui tassi è previsto per le 14:00 ora di New York, con i commenti di Powell alle 14:30, lasciando un’ora e mezza di contrattazioni per digerire le notizie. Il tono che adotterà potrebbe definire l’umore del mercato per le settimane a venire.