Il Comitato Bancario del Senato dà il via libera al candidato di Trump
Il Comitato Bancario del Senato americano ha votato mercoledì per far avanzare la nomina di Stephen Miran, principale consigliere economico della Casa Bianca, come nuovo governatore della Federal Reserve. La votazione, conclusasi con 13 voti favorevoli e 11 contrari lungo le linee di partito, apre la strada al voto finale dell’assemblea plenaria. La decisione arriva in un momento particolarmente delicato per la banca centrale americana. Solo un giorno prima, un giudice federale di Washington D.C. ha temporaneamente bloccato il presidente Trump dal licenziare un’altra governatrice della Fed, Lisa Cook, mentre la sua causa legale contro la rimozione è ancora in corso.
Le pressioni di Trump sulla politica monetaria
Il voto si colloca a una settimana dalla riunione del consiglio della Fed prevista per discutere un possibile taglio dei tassi di interesse, una mossa che Trump richiede da mesi con crescente insistenza. In un post su Truth Social, il presidente ha scritto: “Nessuna inflazione!!! ‘Troppo tardi’ deve abbassare il TASSO, TANTO, subito”, criticando duramente il presidente della Fed Jerome Powell, definendolo “un disastro totale che non ha la minima idea”.
La spaccatura politica nel voto
La votazione ha evidenziato una netta divisione partitica: tutti i repubblicani del Comitato Bancario hanno votato per inviare la nomina di Miran al Senato completo, mentre tutti i democratici si sono opposti. Questa polarizzazione riflette le tensioni più ampie sulla direzione della politica monetaria americana e sull’indipendenza della Federal Reserve.
Il profilo di Stephen Miran e le controversie sulla sua nomina
Miran, attualmente presidente del Council of Economic Advisors, è stato scelto da Trump per sostituire Adriana Kugler, che si è dimessa inaspettatamente ad agosto senza fornire spiegazioni pubbliche per la sua partenza dal consiglio di sette membri. Se confermato dal Senato completo, Miran servirebbe fino al 31 gennaio, termine del mandato di Kugler. Una peculiarità della sua nomina che ha suscitato critiche dai democratici è la sua decisione di prendere un congedo non retribuito dal Council of Economic Advisors invece di dimettersi completamente, qualora venisse confermato per il ruolo alla Fed.
Una nomina temporanea con implicazioni a lungo termine
Trump ha chiarito che continuerà a cercare un sostituto permanente, lasciando aperta la possibilità di nominare qualcun altro per un mandato completo di 14 anni nel consiglio della banca centrale. Questa strategia potrebbe permettere al presidente di esercitare un’influenza più duratura sulla politica monetaria americana.
La battaglia legale con Lisa Cook e le implicazioni per il controllo della Fed
La situazione si complica ulteriormente con il caso di Lisa Cook. Trump ha annunciato il mese scorso la sua intenzione di rimuoverla con l’accusa di frode ipotecaria, accuse che Cook nega categoricamente. La governatrice ha intentato una causa contro il presidente per bloccare permanentemente la sua rimozione per quella presunta causa. Se Cook dovesse essere effettivamente rimossa, Trump avrebbe l’opportunità di nominare la maggioranza dei governatori della Fed, un controllo senza precedenti che potrebbe ridefinire radicalmente la direzione della politica monetaria americana nei prossimi anni.
Le implicazioni per i mercati finanziari
Questa situazione di incertezza istituzionale alla Federal Reserve arriva in un momento critico per i mercati finanziari. Gli investitori stanno monitorando attentamente questi sviluppi, poiché un cambiamento nella composizione del board della Fed potrebbe portare a significativi cambiamenti nella politica dei tassi di interesse e nell’approccio all’inflazione. La possibilità che Trump possa nominare la maggioranza dei governatori solleva questioni fondamentali sull’indipendenza della banca centrale, un principio cardine per la credibilità della politica monetaria. I mercati potrebbero reagire negativamente a qualsiasi percezione che la Fed stia diventando più politicizzata o meno indipendente nelle sue decisioni.